VISTO&RIVISTO La grandezza di un uomo è saper rallentare

minchella le mans visto rivisto

di Andrea Minchella

VISTO

LE MANS 66 – LA GRANDE SFIDA, di James Mangold (Ford v Ferrari, Stati Uniti 2019, 152 min.).

Un film americano sull’America vincente. Un film americano su quell’America che, forse oggi, non c’è più. Un film americano sull’America industriale e sui suoi miti. Mangold riesce a confezionare una pellicola completa e profonda. Pur trattando un tema che facilmente fa cadere nella banalità degli stereotipi, il racconto fissa con chiarezza e con poetica frenesia una storia, sconosciuta ai più, ma che dice tanto della potenza del sogno americano e della grandezza di alcuni artigiani, come Enzo Ferrari, che alla super potenza a stelle e strisce hanno sempre dato del filo da torcere.

Il carattere duro e patriottico di Enzo Ferrari e il suo rifiuto di vendere la Ferrari, in dissesto finanziario, al gigante statunitense Ford, diventa il motivo di orgoglio maschile che dà vita all’intera vicenda. Henry Ford II, infatti, di fronte alla tenacia di Ferrari e ai suoi insulti rivolti ai “bifolchi americani” decide di creare un reparto corse che si occupi di dar vita ad un’automobile in grado di vincere la “Le Mans”, e nello stesso tempo di superare ed umiliare il piccolo artigiano di automobili di Modena. L’ex pilota Shelby, interpretato da un sorprendente e capace Matt Damon, viene così ingaggiato dal colosso americano per soddisfare il desiderio quasi infantile di Ford. Il team Shelby darà vita nel giro di pochissimo tempo alla nervosissima e potentissima mitica Ford GT40. Tra i piloti collaudatori spicca l’amico di Shelby Ken Miles, un incontrollato e burbero meccanico e pilota, interpretato “corporalmente” dal sempre centrato Christian Bale. Anche se il carattere di Miles creerà non pochi problemi all’interno del team e nei confronti del “management” Ford, Shelby riuscirà a portare a termine l’impossibile obiettivo di essere pronti per la leggendaria gara francese del 1966.

Il film, ben scritto e realizzato senza sbavature né ricostruzioni banali o stereotipate, ci racconta con una certa leggerezza dell’atavico e mitologico scontro tra Davide e Golia, tra il Nuovo mondo e quello Antico, tra la grande industria e la minuscola ma potente bottega. Uno scontro che ha sempre generato grandi risultati per l’intera umanità. Uno scontro dal quale nascono quasi sempre le grandi intuizioni per il progresso e lo sviluppo. In questa pellicola l’automobile è un simbolo, un mito, una veloce ed esplosiva testimonianza della tenacia umana a raggiungere obiettivi, spesso, difficilissimi anche solo da immaginare. La competizione sportiva, qui, assume un significato ancestrale della possibilità di convivenza tra persone, anche diverse. Emblematica una delle scene finali in cui Miles, dopo 24 ore di massacrante gara, cerca e trova l’approvazione del gigante e nemico Enzo Ferrari. L’approvazione e il riconoscimento da parte dell’avversario diventa linfa vitale per la contrapposizione di due realtà, due mondi agli opposti che si incontrano e che si miscelano indissolubilmente.

Ottimo il montaggio che riesce a farci sentire un componente del folle reparto corse Ford, capitanato dal genio meccanico Shelby. Un film interessante anche per i non appassionati di motori, perché al di là delle gare e delle automobili, ci viene raccontata in maniera lineare e ben articolata una profonda e avvincente storia di esseri umani.

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RIVISTO

GIORNI DI TUONO, di Tony Scott (Days of Thunder, Stati Uniti 1990, 107 min.).

100 minuti di pura adrenalina. 100 minuti in cui il genio del compianto Scott fissa per l’eternità uno dei più riusciti film sulle gare automobilistiche della storia del cinema. A pochi anni dal leggendario “Top Gun”, Scott insieme di nuovo al frenetico Tom Cruise dirige una pellicola sulle gare Nascar, in cui velocità e spettacolo si fondono per dar vita a delle vere e proprie battaglie su asfalto.

Scritto dallo stesso Cruise, assistiamo ad un perfetto e colorato racconto in cui il concetto “donne e motori” vien magistralmente cristallizzato ed analizzato dal padre dell’”action” Tony Scott. A rendere credibile questa bella fiaba contemporanea, oltre al gigante Cruise, ci sono il cinico Robert Duvall e la giovane ma già penetrante Nicole Kidman. Una storia, questa, di gare, di uomini, di passione e di orgoglio. Un film che ci tiene incollati alla sedia per 100 minuti, senza mai darci tregua. La fotografia, qui, raggiunge livelli mai raggiunti prima, regalandoci i famosi tramonti “alla Scott” che raggiungono combinazioni cromatiche perfette che lasciano lo spettatore incantato e senza fiato.

Un film da rivedere, per nuovamente apprezzare la capacità recitativa di tre attori che insieme danno vita ad una perfetta simbiosi artistica, che rende l’intero progetto un vero “cult”.

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