VISTO&RIVISTO La speciale capacità di perdonare. E di perdonarsi

visto rivisto minchella

di Andrea Minchella

VISTO

DON’T WORRY, di Gus Van Sant (Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot, USA 2018, 113 min).

Perdono, scusa, grazie. Sono le tre parole chiave di questo piccolo ma intenso film di Gus Van Sant, tratto dalla biografia del vignettista satirico John Callahan. Prima del film, quindi, c’è una storia e prima ancora c’è una vita tortuosa e difficile ma che, come un ruscello, continua a scorrere anche tra le pietre più ruvide e appuntite. E di pietre ruvide John Callahan, interpretato da un bravo Joaquin Phoenix, ne incontra parecchie ma riesce, aiutato da una personale e laica religione devota alla dissacrante ed ironica analisi della realtà, a schivarle rendendosi ogni volta più forte e più umano.
La regia di Van Sant sembra fare un passo indietro a favore del tentativo, spesso schizofrenico, di recupero del protagonista: la terapia di gruppo, guidata da un sorprendente e irriconoscibile Jonah Hill, è realizzata in modo che anche lo spettatore si senta uno dei partecipanti; inquadrature semplici e mai ossessive, poi, raccontano dell’amore casuale tra John e Annu, ruolo che Van Sant ha giustamente affidato alla camaleontica Rooney Mara.
Le vignette di Callahan fanno breccia in un America degli anni novanta che ben accetta la satira dissacrante su razzismo, chiesa e orientamento sessuale. Quelle vignette sono il frutto di sofferenze inaudite, ma anche della rara e speciale capacità di perdonare e, soprattutto, di perdonarsi. L’impossibilità di camminare sembra essere un dettaglio rispetto all’incapacità di perdonare. Qui risiede la grandezza del racconto.
Anche Gus Van sant, infine, entra, come Woody Allen, nel catalogo di Amazon Studios, recente ma potentissima realtà di Hollywood.

RIVISTO

ELEPHANT, di Gus Van Sant (id, USA 2003, 81 min).

Qui la regia di Gus Van Sant si sente e si vede. L’ossessiva e disturbante soggettiva che segue i protagonisti della vicenda aiuta a far comprendere la desertificata realtà in cui sta per abbattersi un ciclone di morte e disperazione.
Liberamente ispirato alla strage di Columbine del 1999 in cui due studenti armati come dei Navy Selas uccisero in una scuola vicino Denver, Colorado, dodici studenti e ne ferirono più di venti, il racconto sembra svolgersi in un non luogo fuori dal tempo; questo per sottolineare la possibilità che un evento di tale violenza può scatenarsi ovunque.
Guardando attentamente il film, scritto, sceneggiato, montato e diretto da Van Sant, non sembra poi così ingiustificato o privo di ragione il massacro che i due adolescenti compiono per interrompere un’asfissiante e banale routine caratteristica di certe periferie americane.

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