VISTO&RIVISTO Quando il paranormale può spiegare la follia

minchella visto rivisto the outsider

di Andrea Minchella

VISTO

THE OUTSIDER, ideata da Richard Price (Stati Uniti 2020, 542 min.).

Proseguendo con le restrizioni, le piattaforme, come Sky, Netflix o Amazon Prime, risultano essere una risorsa inarrestabile di momenti preziosi e necessari di svago e distrazione. Tra le innumerevoli serie proposte da Sky,”The Outsider”,  tratta da un romanzo di Stephen King, è certamente un’interessante ed egregiamente realizzato  racconto sul mondo del paranormale che si mischia con omicidi efferati nella provincia americana contemporanea. King, da sempre attento e puntuale descrittore dei lati oscuri dell’essere umano, ci descrive, con la sua solita capacità angosciante e surreale, alcuni omicidi di bambini che sembrano essere legati fra loro da macabri e incomprensibili dettagli che, sin dal primo evento, forniscono alla polizia dati incontrovertibili sugli esecutori materiali, ma nello stesso tempo posizionano il sospettato in piu’ luoghi, lontani fra loro, nell’ora dell’efferato omicidio.  Questo aspetto, che farebbe tremare qualsiasi procura, viene tralasciato nel primo caso di omicidio, raccontato egregiamente dalla serie, e cosi’ viene accusato ed arrestato, per il raccapricciante assassinio del piccolo Frank Peterson, il tranquillo e stimato professore di letteratura inglese ed allenatore di baseball Terry Maitland, interpretato dal bravissimo Jason Bateman.

Proprio Bateman, insieme al gigantesco Richard Price di “The Night Of” che ha ideato il progetto, ha creduto molto nella realizzazione di questa produzione HBO tanto da dirigere i primi due episodi, forse in assoluto i migliori dell’intera serie. Il racconto, dunque, sembra terminare nel giro di un paio di puntate. In realtà eventi imprevedibili gettano dubbi sull’intera vicenda costringendo il sicuro e pragmatico detective Ralph Anderson, interpretato dal preparato e convincente Ben Mendelsohn, a riaprire il caso, con l’aiuto prezioso ed il punto di vista originale della pacata e sensibile investigatrice privata Holly Gibney, interpretata da una sempre piu’ capace e profonda Cynthia Erivo. Ora la storia prende una direzione nuova ed inaspettata. La perspicace Holly riuscirà a convincere la sua squadra di investigatori a percorrere ogni strada, senza avere preclusioni o pregiudizi nei confronti di cio’ che non possiamo toccare o di cio’ che non riusciamo a comprendere fino in fondo.

L’opera, molto apprezzabile, mette il riflettore sul paranormale, ma ci descrive, come fa di solito King, di quanto i lati oscuri della mente umana spesso siano inspiegabilmente indecifrabili. Il male, infondo, non e’ altro che cio’ che non sappiamo ne’ possiamo spiegare. E cosi’ la magia nera, i riti e le credenze popolari o la superstizione cercano di dare una spiegazione a quello che si nasconde dietro eventi o comportamenti umani che la ragione non riesce a spiegare.

Questo “The Outsider” e’ anche una intensa e toccante riflessione sul dolore e sulla capacita’ dell’uomo di metabolizzare la perdita piu’ difficile, quella di un figlio.

Quest’opera risulta attuale e terribilmente realistica nel descrivere il male come “un’epidemia” il cui contagio puo’ essere incontrollato e incontrollabile. Quello che fanno Ralph e Holly, infondo, e’  una minuziosa e precisa ricostruzione a ritroso per individuare con precisione il “paziente zero” che ha dato vita poi alla sequenza degli efferati omicidi.

Con tutto il tempo attualmente a disposizione vale la pena guardare “tutto d’un fiato” questo progetto che, per le tecniche e la grammatica usati, si avvicina molto ad un film, con la sola differenza di essere realizzato e suddiviso in episodi.

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RIVISTO

IL TOCCO DEL MALE, di Gregory Hoblit ( Fallen, Stati Uniti 1997, 123 min.).

Un film ingiustamente dimenticato, un bel “thriller” con un bravissimo Denzel Washington che ci racconta di un’epidemia del male che colpisce la comunita’ di una citta’ americana, senza distinzioni. Come l’epidemia che, nostro malgrado, stiamo subendo in questi giorni, questa scia di morte si diffonde senza un metodo facilmente riscontrabile. Il bravo detective John Hobbes si ritrova a dover costruire un’indagine su alcuni casi simili, per metodo ed efferatezza, a quelli di un serial killer giustiziato qualche tempo prima. Il dubbio che ci sia qualcosa di ultraterreno che governi gli omicidi si impossessa presto degli investigatori, che iniziano a formulare ipotesi su un probabile “contagio del male”.

Un interessante e articolato racconto da riscoprire e guardare in questa “quarantena culturale” a tempo indeterminato.

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