VISTO&RIVISTO The Plane: non tutto il male vien per nuocere

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di Andrea Minchella

VISTO

THE PLANE, di Jean-Francois Richet (Plane, Stati Uniti 2023, 107 min.).

Un po’ “Lost”, un po’ “Flight”, un po’ “Rambo 2”. “The Plane” è un miscuglio, più o meno riuscito, di pellicole ed esperienze già vissute che spesso diventano le basi per la realizzazione di nuovi film “spacconi” per uomini “spacconi”. Ma tutto il male non sempre viene per nuocere. Questo tipo di pellicole hanno lo scopo principale di intrattenere e di far immedesimare lo spettatore nell’uomo forte e capace di risolvere qualsiasi situazione. In un contesto storico così fragile e difficile la voglia di evadere per due ore e di sentirsi come una sorta di “supereroe” capace di far atterrare un DC 9 sulla mulattiera di un’isola sperduta nell’oceano è molto alta. Cristallizzare il concetto che c’ è qualcosa di peggio rispetto a quello che ci circonda e che la situazione può precipitare da un momento all’altro è sempre stato un elemento necessario e fondamentale per la realizzazione di film incentrati su una catastrofe che si trasforma in un’occasione unica di vita e di rivalsa.

Il bravo Jean-Francois Richet, che con Vincent Cassel ha realizzato i suoi migliori film, sbarca in America con un progetto semplice ma abbastanza convincente. Un pilota, il duro e puro Gerald Butler, è costretto a far atterrare il suo aereo di linea su di un’isola vicino alle Filippine a causa di un’avaria. Dopo essere riuscito a portare il DcC9 su una stradina presente sull’isola, lui e i suoi passeggeri si accorgono che l’isola non è disabitata ma anzi è un covo di criminali e separatisti (filippini?) che rapiscono turisti per ricevere soldi in cambio della loro liberazione. A complicare la faccenda si aggiunge l’elemento del criminale presente sul volo che doveva essere estradato, che viaggiava con un poliziotto il quale, ovviamente, durante l’atterraggio rimane mortalmente ferito. Il comandante Torrance, dunque, si ritrova a fronteggiare i criminali dell’isola con l’aiuto della sua intelligenza e della sua competenza, ma anche con la collaborazione del passeggero/criminale che si scopre essere stato, oltre che un assassino, un appartenente alla “legione straniera”.

Il film è strutturato come i tanti “disaster movie” che ciclicamente invadono le sale cinematografiche ottenendo sempre un discreto successo. La prima parte ci mostra il volo tranquillo che il comandante Torrance gestisce come noi gestiamo una partita al solitario. L’adrenalina, poi, sale vertiginosamente appena il volo si infila in una tempesta che non lascia scampo. La narrazione si cristallizza attorno alla capacità divina di Butler di gestire un aereo sull’oceano senza sistemi di avionica, senza elettricità e senza motori. Il buio ancestralmente spaventoso diventa iconografia spicciola della paura moderna dell’ignoto ma anche la possibilità del comandante di scorgere terra mentre il suo aereo plana su un oceano minaccioso e increspato. Dopo lo spettacolare atterraggio i passeggeri si accorgono che le loro sfortune non sono finite e comincia la breve e troppo didascalica battaglia con gli indigeni dell’isola.

La fine del racconto inserisce un elemento ancor più stravagante che fa catalogare definitivamente “The Plane” come film di pura fantascienza. Ma non importa. Lo spettatore che acquista il biglietto del cinema sa cosa sta andando a vedere ed è disposto a perdonare una sceneggiatura scritta molto velocemente in modo da lasciare spazio all’azione attiva nelle scene e alla corporalità dei due protagonisti, Butler e Colter, che da soli fronteggiano centinaia di uomini armati come un vero esercito.

Il regista francese confeziona un discreto film e si fa apprezzare nella terra in cui un “disaster movie” ben fatto ti dà il lasciapassare per gli “studios” più ricchi ed importanti che possono finanziare qualsiasi progetto futuro tu voglia realizzare.

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RIVISTO

FLIGHT, di Robert Zemeckis (Stati Uniti 2012, 138 min.).

Zemeckis firma un interessante racconto sul problema delle dipendenze e delle fragilità umane. Ma lo fa con una delle sequenze di disastro aereo più convincenti e spettacolari mai realizzate. Il volo rovescio di un aereo di linea per garantire una maggiore manovrabilità da parte del comandante Denzel Washington è una delle intuizioni più geniali che Robert Zemeckis potesse avere. Da rivedere, non soltanto se si è appassionati di aeronautica.

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