VISTO&RIVISTO Tom Cruise non è Dorian Gray, ma il risultato è eccellente

top gun cruise

di Andrea Minchella

VISTO

TOP GUN: MAVERICK, di Joseph Kosinski (Stati Uniti 2022, 131 min.).

Se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, la corazzata di Tom Cruise è sbarcata in Europa. Sui “social media” se non c’è Zelensky che tiene uno dei suoi comizi, troviamo l’algido e ipnotico Tom Cruise intento a promuovere il suo ultimo gigantesco lavoro. Prima a Londra accolto dai reali, poi a Cannes con tutto il cast al seguito, il quasi sessantenne attore non sembra essere invecchiato più di tanto da quel 1986 in cui, grazie ad una regia mitica e leggendaria del compianto Tony Scott, si faceva conoscere dal mondo intero, intento a pilotare un F-15, come la più grande promessa del cinema che avrebbe stregato tutta l’umanità nei successivi trent’anni.

Cruise sembra un uomo più maturo ora, meno istintivo e capace di soddisfare tutte le previsioni dei milioni di “fan” che da più di due anni aspettano questo secondo capitolo. Maneggiare un film epico degli anni ottanta, come è stato “Top Gun”, è un’operazione difficile e molto pericolosa. Sono parecchi gli esempi di operazioni “nostalgia” finiti in un bagno di sangue sia per i produttori che per gli spettatori. In questo caso la Paramount aveva pensato ad un seguito molti anni fa. Ed aveva pensato, giustamente, a Tony Scott come possibile regista. Con il suicidio mai pienamente spiegato del grande regista, Tom Cruise si è sentito investito “moralmente” del possibile secondo episodio del film. E così, dopo aver ottenuto una sceneggiatura adeguata, aver individuato un “cast” all’altezza, si è deciso di affidare la regia “tecnica” al bravo Kosinski, che ha già dimostrato di cavarsela molto bene nel raccontare storie in cui l’adrenalina e gli effetti visivi diventano, insieme agli attori, gli elementi centrali delle sue produzioni.

In realtà, come accade già da qualche anno, la vera regia dei film di Tom Cruise è lo stesso Tom Cruise. L’attore, infatti, organizza fino al più piccolo dettaglio tutte le tappe fondamentali per la realizzazione dell’intero progetto. Come un bravo padre di famiglia, Tom Cruise assiste tutta la realizzazione dando consigli, esprimendo dubbi e imponendo, alla fine, quello che per lui è la scelta migliore per rendere la produzione una macchina potente, efficace e inarrestabile. Anche in questo caso “l’ingombrante” Tom Cruise ha dettato l’esatta preparazione degli attori: per rendere più vere le sequenze sui caccia, tutto il cast ha dovuto seguire realmente un addestramento difficile e serrato della Marina statunitense. Solo provando un vero volo con forza di gravità negativa, gli attori avrebbero potuto esprimere tutta la tensione che un vero pilota “a G negativo” è costretto a vivere durante i suoi voli.

D’altronde quando un film ti costa quasi trecento milioni di dollari, non puoi permetterti di fare recitare attori che non sono saliti, magari, neanche su un volo commerciale. Forse la storia poteva essere più avvincente, ma la sceneggiatura e il filo conduttore con il film del 1986 rendono questo “revival” un film riuscito e ben costruito che riesce a trasportare sia i giovani spettatori, sia quelli più anziani che magari erano dei “teenagers” nel 1986, in un’atmosfera onirica dove esistono ancora gli eroi in carne d’ossa che, con i loro difetti e le loro paure, riescono sempre a risolvere tutte le difficoltà che incontrano sulla loro strada.

“Maverick” è un film del 2022 che però contiene una percentuale molto alta di “dna” del film di Tony Scott. Tom Cruise, che è ormai diventato un marchio vero e proprio dell’intrattenimento mondiale, è riuscito egregiamente a confezionare una giusta rielaborazione del capolavoro che lo ha reso universale ed immortale. Quello che Stallone non è riuscito a fare con i suoi “Rambo” o “Rocky”, Cruise è stato in grado, invece, di realizzare, non facendo rimpiangere l’adrenalinico capitolo degli anni ottanta al cui centro della vicenda c’era (quanto poteva essere attuale anche oggi) la storica tensione, pericolosa e altissima, tra Stati Uniti e Russia.

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RIVISTO

UFFICIALE E GENTILUOMO, di Taylor Hackford (An Officer and a Gentleman, Stati Uniti 1982, 122 min.).

Un ritratto unico e straordinario sulla difficoltà della vita, sull’amicizia, sull’amore, sui sacrifici e sulle delusioni. In un’America sempre militarizzata e pronta ad attaccare chiunque, Hackford ambienta la vicenda di un giovanissimo Richard Gere dentro il sogno di diventare un pilota della marina.

Con tutte le difficoltà umane e psicologiche che dovrebbero essere preparazione militare ma che diventano la cifra predominante della vita moderna, la dolcezza dell’allievo Zack Mayo ci avvolge e ci protegge per tutta la durata di questo capolavoro che non invecchia mai.

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