VISTO&RIVISTO Un’amicizia può cambiare la nostra vita

minchella visto rivisto

di Andrea Minchella

VISTO

GREEN BOOK di Peter Farrelly (Stati Uniti 2018, 130 min).

Peter Farrelly è cresciuto. Dopo aver fatto ridere il mondo intero con i suoi dissacranti “Tutti pazzi per Mary”, “Io me e Irene”, e“Lo Spaccacuori”, spesso ideati insieme al fratello Bobby, il regista decide di fare sul serio confezionando un intenso e profondo “Green Book”. Grazie anche ad un gigante come Viggo Mortensen e all’ ormai solido Mahershala Ali, questa semplice storia assume un significato tanto evocativo quanto simbolico, che travalica il senso dell’amicizia tra due uomini, apparentemente diversi, e che finisce con il raccontare il vero senso della convivenza tra popoli: arricchire il prossimo ed essere arricchito dal prossimo.

“Green Book”, che si dipana nell’America del profondo sud degli anni sessanta, racconta della fortuna di alcuni uomini di incontrare inaspettatamente nella loro vita qualcuno che possa loro trasformarli definitivamente in qualcosa di nuovo. Il bianco italo-americano e un po’ superficiale Tony Lip ha infatti la immensa fortuna di incontrare per caso l’eccentrico musicista di colore Don Shirley che, inevitabilmente e contro ogni regola matematica dell’integrazione, cambierà per sempre la sua vita e la sua visione delle cose.

Probabilmente, come spesso accade, noi siamo meglio di quello che diamo a vedere al mondo esterno: ci manca soltanto la fortuna di incontrare un Don Shirley che sia in grado, con la sua sovraumana sensibilità, di farci tirare fuori ciò che di buono abbiamo, ma che teniamo nascosto in profondità dentro di noi per poter meglio sopravvivere in quelle aree dove conta più la forza fisica e istintuale, che la sensibilità e la calibrata  riflessione.

Farrelly, quindi, ci regala un intenso ritratto di un rapporto umano quasi magico che va oltre i ruoli, le razze, le classi, riuscendo anche a fornirci un originale ed agghiacciante racconto della gigantesca contraddizione democratica dell’America di sessant’anni fa: l’uomo stava per fare due passi sulla luna, Kennedy voleva stravolgere il significato di politica mondiale, ma in tante aree del profondo sud americano, ancora, il negro veniva visto come una minaccia reale e concreta. Leggi e regolamenti vietavano diverse attività ai neri che, però, continuavano a lavorare incessantemente per le ricche famiglie di bianchi: gli stessi che, matti per la musica di Don Shirley, pagavano cifre astronomiche per un suo concerto nelle loro enormi e regali case coloniali.

Questa contraddizione macroscopica sembra essere il vero germe che, ancora oggi, mina l’America che non riesce definitivamente a completare quel tentativo di integrazione che parte da lontano, da quando il presidente Lincoln cercò, ma pagò con la sua vita, di incominciare una lenta ma necessaria unificazione tra due Americhe divise, diverse e profondamente distanti. Una nota va riservata alla colonna sonora che, inevitabilmente, pesca dalla prolifica produzione di un Don Shirley magnetico e geniale che suona jazz per accontentare i bianchi, ma che suona classica per la sua anima e il suo cuore.

RIVISTO

10 COSE DI NOI di Brad Silberling (10 Items or Less, Stati Uniti 2006, 82 min).

Un piccolo grande film. Una storia intensa e appassionante. Un Morgan Freeman che interpreta un vecchio attore di Hollywood. Una Paz Vega che interpreta una brava, sognatrice ma pragmatica ragazza americana contemporanea. “10 Items or Less” (meglio il titolo originale che la furba traduzione italiana) ci regala una puntuale descrizione della magica alchimia che si crea tra le persone, spesso diverse tra loro, rendendole una parte dell’altra e viceversa. Non per forza un rapporto amoroso, ma anche una platonica amicizia può generare una trasformazione dell’anima, fino a renderci diversi, migliori e più maturi.

Prendendo spunto da un anonimo supermarket della periferia di Los Angeles, il poliedrico Brad Silberling, suoi “City of Angels – La Città degli Angeli” e“Lemony Sniket – Una Serie di Sfortunati Eventi”, ci racconta di un attore di Hollywood navigato e ormai destinato al declino che incontra un’esuberante cassiera con il sogno di diventare attrice: tra i due nasce un profondo legame che si articola per tutta la storia, e che arricchisce in maniera sostanziale sia “Lui” sia “Scarlet”.

Come il flusso continuo che si instaura tra due vasi comunicanti, il rapporto tra due persone che si incontrano si nutre dell’impulso vitale di entrambi: un mistero, questo, che nessuna regola matematica è mai riuscita a spiegare. Un film come questo, però, tenta di farlo e in parte ci riesce fornendoci ottimi spunti di riflessione.

minchella visto rivisto – MALPENSA24