Palayamamay e Palaghiaccio: orgoglio e vergogna di Busto Arsizio

BUSTO ARSIZIO – Come due fratelli dai destini opposti. Agli antipodi per genesi, vita presente, ma anche per posizione logistica, nel senso che si trovano in due punti che possono essere considerati due porte d’ingresso della città. Uno da parte e uno dall’altra. E, ai tanti cittadini, anche non di Busto Arsizio, che passano, senza dire una parola raccontano una Busta diversa dall’altra.

Stiamo parlando del Palayamamay, impianto di grande eccellenza sotto il profilo delle discipline sportive e che si sta anche riscoprendo un’ottima location per ospitare i più disparati eventi e del Palaghiaccio, iniziato, mai finito e che neppure si sa, se e quando verrà terminato.

Il fiore all’occhiello

Tempio delle regine del volley da oltre un decennio. Qui le farfalle della Yamamay hanno regalato momenti indimenticabili fatti di trionfi tricolori ed europei. Tutta Italia e buona parte dell’Europa del volley femminile sono passati da qui. E negli ultimi tempi il palayamamay non vive più di solo volley. In estate ad esempio diventa un village dove fare sport rilassarsi e socializzare. Ma anche un spazio espositivo, come accaduto di recente con la grande esposizione dei rettili. Busto, infatti, ha ospitato la prima edizione del Milano Reptiles Meeting, con 150 espositori provenienti da tutta Italia e l’Europa e che ha avuto tra gli ospiti anche Jake La Furia dei Club Dogo e Brian Barczyk di SnakebytesTV, l’allevatore di rettili più famoso al mondo per la prima volta in una fiera italiana.

E poi ancora sport di altissimo livello: l’Insubria cup, appena disputata, manifestazione internazionale di taekwondo, che ha portato a Busto oltre 1.200 atleti di grandissimo livello, o il Campionato italiano di ginnastica artistica in programma il 23 e 24 febbraio prossimo. Non solo. Nei prossimi mesi il palazzetto potrebbe anche ospitare una partita della nazionale di pallamano.

Ci sono i soldi ma è sempre incompiuta

Dall’altra parte della città, invece è tutta un’altra storia. Tutti continuano a chiamarlo palaghiaccio, ma forse solo perché è lì congelato da una vita. Nel senso che nulla si muove. Eppure i soldi dovrebbero esserci nelle casse comunali. Da almeno 8 anni, ovvero quando l’allora presidente della Provincia di Varese Dario Galli, insieme alla cessione della struttura al Comune, destinò per il recupero anche 2 milioni e 500 mila euro per completarla in base ai desiderata della città. Di quella cifra, almeno 1 milione e 500 mila euro dovrebbero essere appostati (e vincolati) in un capitolo del bilancio di palazzo Gilardoni. E chi può darne conferma è il sindaco Emanuele Antonelli. L’altro milione (quello ancora da far arrivare a Busto) dovrebbe essere appostato nel bilancio della Provincia. Ente che dovrebbe scongelarlo nel momento in cui ci sono idee chiare e progetti su cosa fare. Ed è sempre Antonelli, questa volta nei panni del presidente della Provincia, che può darne conferma.

Quindi per quanto tempo ancora il denaro resterà fermo in cassa a noi non è dato saperlo. Tanto più che sull’intero comparto dove sorge il palaghiaccio dovrebbe partire una più grande operazione da parte dell’amministrazione comunale di Busto per dare alla città un palaginnastica. Il cui inizio dei lavori è slittato rispetto a quanto annunciato. Ma se su questa struttura i dubbi sono tutti legati ai tempi e non alla volontà realizzativa, sul palaghiaccio grosse certezze non ce ne sono. Già poiché un conto è che intervenga un privato e un conto il Comune. Il quale, a quel punto, dovrebbe però avere già in tasca i soldi, quasi tutti, per cambiare il destino della regine delle incompiute cittadine. Ma solo il sindaco Antonelli lo sa.

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