Perché la Roma dovrebbe vendere Zaniolo?

 

Ma perché la Roma dovrebbe vendere Zaniolo? È la domanda che mi pongo e che si pongono anche a Roma i tifosi giallorossi. Andiamo per logica. In questo momento la Roma non sta attraversando un momento roseo dal punto di vista economico, ma la situazione non è neppure così devastante come certa stampa, poco amica di Pallotta (eufemismo) vorrebbe fare credere. Il debito consolidato della Roma, pur gravoso, non è ad esempio superiore ad alcune delle squadre che le stanno davanti in classifica. Dicevamo, la logica. E i fatti. La Roma è una società in vendita? Sì. Ce lo ha detto ufficialmente la società stessa con alcuni conunicati istituzionali in cui si faceva riferimento esplicito a trattative con il gruppo Friedkin. Accordo vicinissimo al raggiungimento per una cifra di circa 750 milioni o giù di lì. Tutti contenti: Pallotta che nel frattempo aveva perso il sostegno di alcuni soci, il nuovo proprietario e i tifosi che sentivano la voglia di voltare pagina. Il Covid ha cambiato tutto: le valutazioni si sono abbassate e la trattativa si è congelata in un freezer. È cambiato qualcosa? La volontà di vendere è rimasta inalterata. Pallotta vuole ottenere dal proprio investimento legittimamente ciò che crede: avvicinarsi alla valutazione pre-covid. Pensiero lineare per chi possiede un bene e vuol farlo fruttare al massimo. Chi ha intenzione di vendere, generalmente depaupera il proprio investimento? No. Soprattutto uno che fa l’imprenditore da una vita e si muove con i fondi di investimento. Abbasseranno i costi di gestione, tagliando i rami secchi, ma di sicuro non verranno svenduti i diamanti. Questione di logica. Nulla di più. Se vuol tenere alto il prezzo bisogna garantire competitività alla squadra e asset pregiati alla società, leggasi stadio. Altro elemento che di sicuro gioca a favore di chi ha in mano il bene: chi vuol il bene della Roma deve sperare che lo stadio si autorizzi in fretta. Da quel momento la Roma potrà essere venduta a cifre ancora più alte e saranno pochissimi e molto munifici nel mondo gli imprenditori, o meglio gruppi industriali, pronti a rilevare la società.

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