BIANDRONNO – Il sole delle Alpi e una bandiera della Lega Lombarda. Ma anche il senatur, l’Umberto Bossi (nella foto in fondo), dentro il salone dell’agriturismo la Furnás. Fuori, dopo aver salutato il capo, i leghisti. Un centinaio. Ad attendere l’arrivo del ministro Giancarlo Giorgetti. Una cena organizzata dalla Lega provinciale, ma (dice qualcuno) voluta dal ministro di Cazzago. Candidato in Valtellina, certo, ma pur sempre leghista di Cazzago. Che sta a due passi da Biandronno. E oltre ai leghisti un gruppo di imprenditori, qualcuno del mondo dell’autotrasporto, qualcuno del settore della carta. Una cena elettorale, «della Lega – aggiunge qualcuno – che piace a me. Anzi che piace a molti».
Caro bollette e battaglie storiche
Giancarlo Giorgetti arriva e scherza sul mal di schiena che lo perseguita da tempo: «Sono talmente imbottito di farmaci che posso fare il record sui cento metri». Si ferma, parla del caro bollette: «Ci sono misure che devono essere messe a terra. E poi ci sono le regole europee che il governo italiano chiede di cambiare. Però fanno consigli straordinari e non decidono mai nulla».
E non si sottrae alle domande politiche a due giorni dal voto. Fondamentale per la Lega: «Ogni elezione è un passaggio fondamentale. E spero che la lega possa avere la forza dentro la coalizione di portare avanti le battaglie storiche, l’autonomia che la nostra gente chiede». Il sorpasso di Fratelli d’Italia: «Se avviene beati loro. Io spero che la Lega resti il primo partito».
Si torna per qualche minuto a Pontida, sul palco Giorgetti è stato l’unico ministro leghista a rivendicare e difendere la scelta della Lega al governo. Un discorso politico? «Non sono stato lì un anno a lavorare per fare cretinate. Credo di avere lavorato bene. Eravamo in un governo dove la lega non comandava, ma abbiamo evitato disastri. Chi non ha capito che la nostra presenza ha evitato un anno e mezzo di governo Cinque stelle – Pd è staccato dalla realtà».
