Forza Italia decapitata a Samarate. Mollano Cariglino e Macchi

SAMARATE – Alessandra Cariglino lascia Forza Italia. «Mancata identificazione nel partito», è stata la sua spiegazione in consiglio comunale a Samarate oggi, 22 settembre, quando ha ufficialmente annunciato la sua uscita dal partito di Silvio Berlusconi. Decisione in linea con quella di Luca Macchi, che due giorni fa ha annunciato le sue dimissioni da commissario supplente. Gli azzurri samaratesi restano, di fatto, decapitati dei due esponenti ai vertici del partito. Che negli anni ha già visto perdere pezzi, come Maurizio Garofalo.

I motivi

Cariglino non si riconosce più nel partito, lo ha detto chiaramente: «Lo avevo già condiviso con il gruppo e con i commissari, che mi hanno sostenuta». Ciò non vuole dire che abbandonerà la sedia in consiglio comunale, tra le fila della minoranza. Anzi: «Il mio è un percorso cominciato con la lista civica “Samarate al centro”». Ecco perché vuole continuare, «per rispetto di chi ha iniziato questo iter con me». E ha aggiunto: «Ho svolto il mio lavoro sempre nell’ottica di raggiungere gli obiettivi. E questo è sufficiente per chi mi ha votato».

Anche Macchi lascia

Soltanto due giorni fa, anche Luca Macchi ha dato le sue dimissioni da commissario supplente di Forza Italia. Dopo oltre venti anni. Questo il suo messaggio:

Ho dato le dimissioni da commissario supplente da tutte le commissioni comunali in cui sono stato indicato da Forza Italia. Per 22 anni ho cercato di interessarmi alle questioni cittadine e ho avuto la possibilità di fare esperienze provinciali interessanti. Ringrazio tutti ma ormai mi sento lontano da un partito che considero spento e senza futuro. O meglio, con un futuro “non suo”. C’è chi mi da già del “comunista” (attaccandomi la bandiera di Calenda), altri del “fascista” (attaccandomi la bandiera della Meloni). Qui a Samarate lo sfottò è d’obbligo. Mi fa piacere che ci sia gente che possa vedermi nelle fila della sinistra e altri nelle file della destra, vuol dire che almeno mi si considera di mente aperta . Resto, come sempre, un democristiano che guarda a destra, lo sono da quando, negli anni 90, sostenevo la necessità di un dialogo col Msi. Allora era una bestemmia, in Dc non si poteva nemmeno ipotizzare di essere un democristiano di destra, poi invece. Si chiude un’appartenenza attiva lunga 22 anni (28 di frequentazione), chiaro che c’è emozione, è stato un piacere, ringrazio tutti quelli che mi han sempre sostenuto e votato sia a livello comunale che provinciale.

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