Accam, dopo gli arresti è confusione: l’assemblea decide di non decidere

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BUSTO ARSIZIO – Accam: tutto rinviato. La confusione continua e non si è deciso nulla. O quasi. E quel quasi altro non è che la richiesta di revoca (votata da tutti) delle delega da consigliere di Laura Bordonaro, ex presidente del cda, agli arresti domiciliari per l’inchiesta Mensa dei poveri. Bordonaro, infatti, nei giorni scorsi aveva sì dato le dimissioni, ma solo da presidente. Per il resto i soci sono rimasti a discutere per quasi due ore su come andare avanti e se affidare la guida della società a un nuovo consiglio di amministrazione oppure a un amministratore unico. Insomma non ci sono certezze.

Assemblea blindata

Dentro soli i soci. Tutti gli altri fuori. La stampa, ma anche i consiglieri comunali di alcuni Comuni soci che avevano fatto richiesta di poter partecipare all’assemblea, ricevendo un “niet” davanti al cancello del termovalorizzatore. Fuori anche il deputato dei Cinque stelle Riccardo Olgiati, presente davanti alla sede di Accam, dove oggi, martedì 21, si è riunita l’assemblea dei soci. Che è andata avanti, blindatissima, per più di due ore.

Cda o amministratore unico?

Questo il dilemma che, secondo quanto raccontato dai sindaci al termine dell’assemblea, ha tenuto banco per quasi tutto l’incontro. Un dilemma che è di fatto rimasto irrisolto, forse per timore di prendere decisioni affrettate, forse per prendere tempo e ragionare sul da farsi a freddo. Nonostante ci siano scadenze molto prossime. Prima tra tutte l’approvazione del bilancio che solo il cda può fare. Un consiglio di amministrazione decimato dalla maxi inchiesta e che al momento conta solo tre consiglieri rimasti fuori dalla “Mensa dei poveri” e tra l’altro dimissionari. Insomma un bel guazzabuglio, come del resto prevede, ormai da una vita, il copione di Accam. Garbuglio impossibile da dipanare nell’immediato, anche perché a complicazioni si aggiungono complicazioni. Come ad esempio le elezioni comunali alle porte e che coinvolgono più o meno la metà dei Comuni soci. Insomma oggi nessuno ha avuto animo e coraggio di assumere una decisione ferma e netta a fronte di una situazione societaria che il voto di domenica andrà a modificare.

L’immediato

La sensazione è che al momento l’input è stato: navigare a vista. E la conferma arriva anche dalle scelte adottate. Ovvero gli attuali tre consiglieri dimissionari, in proroga, andranno ad elaborare prima una bozza di bilancio, che (non è chiaro con quali passaggi) sottoporranno all’esame dei soci per poi approvarlo entro i termini fissati. E con quel voto il mandato dell’attuale e residuale cda si potrà considerare terminato. L’assemblea ha poi fissato una nuova riunione il prossimo 4 giugno e sarà lì che potrebbe arrivare la decisione di dare mandato a un nuovo cda, ridotto a tre e  con un mandato di tempo a termine. Se così fosse, due degli attuali consiglieri hanno già dato la loro disponibilità a proseguire. Occorrerà però trovare un terzo consigliere che poi dovrebbe assumere il ruolo di presidente. Al momento però nessuno ha in mano e neppure si è sognato di fare nomi e parlare di incarichi. Del resto il tema di questi tempi è assai scottante e pericoloso. A fissare la rotta individuata al momento è stato il sindaco di Gallarate Andrea Cassani.

Un po’ più in là

Il dopo elezioni potrebbe configurare un’assemblea dei soci differente. Ma per saperlo si dovrà attendere qualche giorno, ovvero, a risultati elettorali ufficiali, servirà la proclamazione dei nuovi sindaci e la costituzione delle nuove giunte. Insomma la decisione definitiva sulla conduzione della società verrà presa più avanti. Poiché se questa sera l’intenzione di massima dell’assemblea è stata quella della nominare un cda, più ristretto, non è detto che l’ipotesi dell’amministratore unica non possa riprendere quota tra qualche settimana. Qualche sindaco, infatti, non è stato così ferreo sul dire che l’assetto futuro della conduzione societaria possa prevedere un consiglio di amministrazione. Insomma si va avanti per tappe: bilancio innanzi tutto e poi assemblea del 4 giugno. Su una cosa i sindaci si sono trovati concordi: Accam deve andare avanti.

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