MAGNAGO – «Siamo il comune su cui si affaccia l’impianto, che è fonte di preoccupazione. Il Consiglio comunale ha dato mandato per spegnerlo entro il 2021». Dopo l’incendio di martedì scorso all’inceneritore ACCAM di Busto Arsizio e nel giorno della riunione dei soci AMGA per conoscere il nuovo commissario (oggi, venerdì 17) il sindaco di Magnago, Carla Picco, ribadisce a Malpensa24 l’opposizione a prorogare l’attività al 2027. E precisa: «Siamo fermi sulla posizione per lo spegnimento, non per la chiusura della società, che può e deve essere una risorsa del territorio».
Serve una società che si occupi dell’intero ciclo dei rifiuti
L’obiettivo indicato da Picco è «creare una società integrata, e il nuovo cda ci sta lavorando, che si occupi dei rifiuti dalla loro raccolta allo smaltimento, con altre lavorazioni come quella della plastica, attualmente data a terzi privati, e per ricavare materiali da riciclare. Una “fabbrica dei materiali”, che affianchi l’impiego dell’organico per la produzione di biometano che già si fa. In questo modo – sottolinea il primo cittadino di Magnago – il territorio si renderebbe autonomo in questo settore e si creerebbe un consorzio capace di comprendere tutti i suoi comuni e magari anche altri, come quelli della Valle Olona. Assurdo che Arconate e Dairago, che confinano con l’impianto, non ne siano soci».
La Regione faccia la sua parte. L’idea: un ATO dedicato
Per raggiungere questo obiettivo, prosegue Carla Picco, «occorre naturalmente il sostegno di un piano regionale. L’idea di chiudere uno degli impianti più vecchi della regione partì dall’allora assessore Claudia Terzi, ma così la Regione ci ha messo in difficoltà: benissimo, ma come ci accompagna in questo? Sarebbe utile creare un ambito territoriale omogeneo (ATO) del rifiuto, come esiste per l’acqua. Così ACCAM potrebbe essere davvero una risorsa ed è importante che rimanga in mani pubbliche, con possibili nuovi investimenti a beneficio della comunità e non profitti destinati solo a privati».