Legnano ribadisce: «Salviamo Accam, ma investendo in nuove tecnologie»

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LEGNANO – Aprire a nuove tecnologie e nuovi investimenti, ripartendo da Accam ma prospettando scenari molto diversi e più avanzati nella direzione dell’economia circolare, ovvero il completo riciclo dei rifiuti. È la strada ribadita dal Comune di Legnano negli indirizzi su Accam e sull’intervento in suo sostegno di Amga (di cui il Comune è socio di maggioranza con oltre i due terzi delle quote), indirizzi che ha presentato giovedì 11 febbraio in commissione sostenibilità, in vista del voto del Consiglio comunale convocato la prossima settimana. I punti salienti del “piano” proposto da Legnano, come illustrati dall’assessore alla sostenibilità con delega alle società partecipate, Alberto Garbarino (nella foto sotto; sopra, l’impianto di Borsano dall’alto) sono: moral suasion, riduzione della quantità di rifiuti prodotti, integrazione intersettoriale nella logica di area vasta; dare mandato al sindaco, se l’assemblea dei soci confermerà lo stato di crisi di Accam, di andare nella direzione dell’art. 14 della Legge Madia per il fallimento o la procedura concorsuale, allo scopo di cercare una via d’uscita; partecipare «necessariamente» con altre aziende pubbliche del territorio a sviluppare un nuovo piano per lo smaltimento dei rifiuti all’insegna della sostenibilità e rilanciare il sito di Borsano sotto il profilo tecnologico attraverso adeguati investimenti; ultimo punto, se l’azienda dovesse andare in liquidazione, riqualificare l’attuale personale. «Non puntiamo a salvare l’inceneritore e basta – ha riassunto Garbarino – ma a fare un salto di dimensione. Ci sono tecnologie nuove e investimenti possibili, discutiamone».

Brumana: «È ora di applicare la legge»

legnano accam piano rifiutiPer il consigliere di opposizione Franco Brumana (Movimento dei cittadini) «su Accam è ora di applicare la legge». Brumana ha proposto di dividere l’atto di indirizzo in due parti: in una, indicare l’atteggiamento da assumere nei confronti di Accam, «applicando la legge ed evitando di considerare il piano di salvataggio elaborato da Amga, palesemente inattuabile per mille ragioni. L’inceneritore doveva essere già spento. Legnano porta i suoi rifiuti ad A2A, non ha bisogno di quell’inceneritore». L’altra parte dovrebbe invece riguardare l’economia circolare senza contemplare l’inceneritore di Borsano. «In Lombardia – ha sottolineato Brumana – il numero di inceneritori è in eccedenza. Borsano lavora in gran parte su rifiuti ospedalieri che arrivano da mezza Italia, e questo è inammissibile. Quanto alla richiesta di intervenire rivolta a Cap Holding, potrebbe essere molto interessante ma dubito che si concretizzi, essendo già impegnata sull’impianto di Sesto San Giovanni; se dovesse accadere, che sia a una condizione: venga qui a fare economia circolare e non porti rifiuti provenienti da altrove, come i fanghi dei suoi 61 depuratori. Infine, sull’area vasta è necessario definire un ambito della politica di economia circolare da avviare nei prossimi anni su base regionale, coinvolgendo anche la Regione». Altri consiglieri di minoranza, come Letterio Munafò (Fi), Francesco Toia (Toia Sindaco) e Gianluigi Grillo (Fdi), hanno lamentato la mancanza di chiarimenti sulla pesante situazione debitoria del consorzio e sull’ipotesi di una Newco con Amga e Agesp. In commissione, il solo Brumana ha votato contro l’atto di indirizzo, approvato dai consiglieri di maggioranza, mentre gli altri di opposizione si sono astenuti. Possibili emendamenti al testo saranno accolti nelle prossime ore, prima del Consiglio comunale di lunedì.

Radice: «Serve atto di responsabilità del territorio»

«È chiaro – ha sottolineato il sindaco, Lorenzo Radice – che l’argomento dell’economia circolare non si esaurisce né oggi né nell’assemblea dei soci del 19. Credo che sia d’interesse di tutte le forze politiche che siedono in Consiglio comunale. C’è un trend europeo, ma anche uno regionale e uno culturale che vanno in questa direzione». Radice ha quindi respinto la distinzione suggerita da Brumana «perché abbiamo l’esigenza e l’urgenza di avere un mandato che, per essere forte, deve tenere entrambi gli ambiti. Legnano deve dire che vuole avviare questa transizione. Bisogna chiarire la missione di Accam con piani non solo di salvataggio ma anche di sviluppo. L’obiettivo ultimo è: cambiare la rotta. Non è solo questione di tecnologia, ma di sistema. Finché non cambieremo la cultura sul packaging come abbiamo fatto sulle borse di plastica, non potremo aspirare ad ambire alla politica del riciclo zero. Questo – ha proseguito il primo cittadino legnanese – non vuol dire rassegnarsi. È importante che il nostro territorio, come decenni fa fece una operazione importante quando i rifiuti avevano tutt’altro trattamento, viri con investimenti coraggiosi e con un’ampia condivisione. È questione anche di responsabilità».

Via libera dei soci di Amga al “piano Radice” per un nuovo futuro di Accam

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