La Sinistra: «Chiusura di Accam rimandata per salvaguardare oscuri interessi»

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LEGNANO – «Con un accanimento degno di miglior causa, continuano i tentativi di salvare Accam prolungando la vita di un impianto superato e vetusto che continua a incenerire, insieme ai rifiuti, soldi e salute dei cittadini. Un impianto figlio di un modello economico ormai insostenibile ma a cui ancora non si intende rinunciare perché è quello su cui si sono costruite le fortune di qualcuno, e non importa se a scapito della collettività». È la netta presa di posizione della Sinistra-Legnano in Comune e della Sinistra per Canegrate, secondo cui «non è più tollerabile che il garbuglio di interessi, anche opachi, che ha impedito finora la dismissione dell’inceneritore, rimandandone continuamente la data di spegnimento, continui a condizionare le scelte di alcune Amministrazioni comunali che dovrebbero avere a cuore prima di tutto la salute dei cittadini e del territorio, oltre che un uso saggio e lungimirante delle risorse da destinare al bene pubblico».

«Basta scorciatoie, cambiamo strada»

Per la Sinistra locale «qualsiasi soluzione che possa intervenire sull’ammodernamento dell’impianto non è sostenibile in termini economici e può portare inevitabilmente a prolungare in modo indefinito la vita dell’inceneritore attuale. Un impianto a cui alcuni dei 27 comuni soci del consorzio non conferiscono più i propri rifiuti, per convenienza o addirittura per mancata partecipazione di Accam stessa ai loro bandi di gara, obbligatori dopo la perdita della qualifica di società “in house”. Scaduto il tempo delle scorciatoie, è urgente cambiare strada per un diverso modo di vivere, produrre e consumare. Spegnere Borsano (ma che dire anche del costruendo impianto di via Novara?) e lavorare per una società a “rifiuti zero”, insistendo anche sull’adozione della tariffa puntuale, è necessario: occorre però una capacità di visione e la volontà politica anche delle Amministrazioni comunali di investire in questa direzione».

Niente fibre di amianto nell’aria dell’ex Ila

Esito negativo per il monitoraggio ambientale nel parco ex Ila: i risultati dei campionamenti svolti a gennaio dalla Tecno Habitat Srl su commissione del Comune di Legnano hanno rilevato una concentrazione di fibre d’amianto aerosdisperse inferiore a un quarto di 1 fibra per litro, valore stabilito nelle linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità come “in grado di garantire un’adeguata protezione per la popolazione generale”. Il monitoraggio, che puntava a quantificare la concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse e valutare un’eventuale situazione di rischio per i fruitori del parco e gli occupanti delle strutture vicine, si è concentrato intorno ai due solarium la cui copertura era stata realizzata in Mca, mattonelle piane a matrice cementizia contenenti amianto. I campionamenti, in sette postazioni esterne ai solarium, sono stati effettuati il 19 e il 20 gennaio per cinque ore. L’indagine è avvenuta con campionatori d’aria automatici e le analisi di laboratorio per la ricerca di fibre libere hanno considerato, come stabilito nel decreto ministeriale del 6/9/1994, tutte le fibre con lunghezza maggiore o uguale ai 5 µm (micromètro), diametro minore o uguale ai 3 µm e rapporto tra lunghezza e diametro maggiore o uguale a 3.

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