Antonelli querelato per diffamazione. Ma la causa è di nuovo rinviata

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Nella foto da sinistra il sindaco di Busto Emanuele Antonelli e il presidente di Coop Lombardia Daniele Ferrè

BUSTO ARSIZIO – Le carte bollate tra Coop e Comune, a quanto pare, non si limitano all’azione civile che ha visto la prima chiedere un risarcimento di oltre 5 milioni di euro a Palazzo Gilardoni, al sindaco Emanuele Antonelli e all’allora vicesindaco, oggi europarlamentare, Isabella Tovaglieri.

La causa civile

La querelle ha assunto toni decisamente personali tanto da “sfociare nel penale”, come si dice in questi casi. Il caso specifico ha visto, nel 2017, Daniele Ferrè, numero uno di Coop Lombardia, querelare per diffamazione il primo cittadino bustocco. Cause diverse accomunate da quello che parrebbe un destino comune: quello dei continui rinvii. E che in comune hanno anche un giudice: il decano del palagiustizia di via Volturno Giuseppe Limongelli. Fu lui ad astenersi, nel gennaio 2020, una settimana prima dell’inizio del procedimento perché legato da un rapporto di amicizia con il sindaco Antonelli. La causa fu riassegnata e slittò di 4 mesi.

Come un dejà vu

Oggi, martedì 9 febbraio, la scena si è riproposta come un dejà vu. Ma procediamo con ordine. Nel febbraio 2017, quando i rapporti tra Coop e Comune erano già tesi a causa della rotonda della discordia (che comparirà poi in viale Duca d’Aosta dove il nuovo supermercato Coop ha poi aperto i battenti), uscì il primo numero di Vedetta Cooperativa, strumento di comunicazione interna a Coop, nel quale veniva presentato il progetto di riqualificazione dell’ex Borri promosso dalla società cooperativa. Il primo cittadino non la prese bene e replicò in un’intervista asserendo, nel merito, che la sua giunta (quella di Antonelli), compiva atti certificati a differenza di quella con Gianpietro Rossi sindaco e Ferrè vicesindaco «Che invece chissà cosa hanno fatto e sappiamo anche come è andata a finire». Il riferimento è a Tangentopoli maxi inchiesta che, nel merito, ha visto prosciolti con tante scuse sia Rossi che Ferrè. Ne nacque una disputa  che vide Rossi suggerire ad Antonelli «Di sciacquarsi la bocca prima di parlare della mia amministrazione» e Ferrè adire alle vie legali.

Tutto rinviato ancora una volta

A fine 2019 l’autorità giudiziaria chiuse le indagini e chiese l’archiviazione per Antonelli. Richiesta alla quale si oppose il legale di Ferrè. Nel maggio 2020 il gip di Busto Tiziana Landoni avrebbe dovuto decidere se accogliere la richiesta del pm e chiudere la vicenda oppure ordinare nuove indagini rinviando il fascicolo in procura. Ma, a causa dell’emergenza Covid, l’udienza fu rinviata. Ad oggi. Quando, però, la questione è stata posta all’attenzione non di Landoni ma del giudice Limongelli arrivato a sostituirla. Il quale, così come avvenuto per la questione civile, si è astenuto in virtù dei rapporti di amicizia con il sindaco rinviando di nuovo gli atti alla presidenza del Tribunale.

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