Accam, Radice: «Già perso troppo tempo, partiamo con una nuova missione»

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LEGNANO – Conto alla rovescia di Legnano su Accam. C’è tempo fino a mezzogiorno di domani, sabato 13 febbraio, per presentare emendamenti all’atto di indirizzo confezionato dall’Amministrazione comunale e che sarà votato in Consiglio la prossima settimana. Poi, venerdì 19, l’attesa assemblea dei soci che dovrà votare il bilancio 2019 formulato sulla base di una manifestazione d’interesse di Amga nel frattempo scaduta. «Se Accam avrà una missione nuova e una visione nuova – ha detto oggi il sindaco Lorenzo Radice (nella foto) conversando on line con i giornalisti – ci stiamo. Non è più tempo di giochetti, è questione di ore più che di giorni. Serve un salto di qualità, altrimenti Legnano non c’è». L’indicazione data dalla città del Guerriero (che detiene in Accam la quota del 13,7%) è «capire quale percorso di risanamento sarà proposto dall’assemblea e quindi da intraprendere. Abbiamo dato – ha spiegato Radice – la disponibilità a risanare se c’è una prospettiva più ampia di 5 anni utili solo a ripianare i debiti, ma che permetta di gestire i rifiuti della comunità per i prossimi 20, 30, 40 anni. Stiamo ragionando con gli altri sindaci, anche se è difficile che ci sia una condivisione di tutti. Si fa fatica – ha ammesso – a capire qual è la situazione debitoria di Accam, ma la affronteremo a condizione che ci sia un progetto di un certo tipo. Non possiamo pensare di restare indietro e periferici, mentre altri avranno fatto investimenti milionari. Quanto ad Amga, mi auguro che abbia un ruolo, e significativo».

«Sul territorio numerosi impianti da mettere in rete»

Radice ha quindi indicato, oltre all’inceneritore di Borsano, gli impianti esistenti sul territorio da mettere in rete, nella sua prospettiva: una filiera dei rifiuti integrata con quelle di acqua, alimenti, energia. «Potenzialmente ci sono il teleriscaldamento, l’impianto Forsu in costruzione in via Novara, quello ipotizzato da Cap Holding per i fanghi, gli impianti di depurazione delle acque e quelli di altri generi di rifiuto, la gestione dei materiali di recupero. Abbiamo perso due mesi – si è rammaricato – per far partire uno studio serio al fine di capire che cosa potrebbe entrarci. Come si vede, il nostro territorio ha già molti impianti ed è uno dei pochi ad averne. Si possono fare sinergie di scala ragionando su un’area vasta e, se c’è la volontà, fare  investimenti anche importanti per arrivare a servire 700-800.000 abitanti».

Il Comune spinge anche sulla tariffa puntuale

Il sindaco ha espresso rammarico anche per non essere ancora partiti con la tariffa puntuale (la proporzionalità tra quantità di rifiuti conferiti e relativi costi), come già fatto da altri comuni. «A Legnano – ha spiegato in proposito l’assessore alle società partecipate, Alberto Garbarino – la quota di raccolta differenziata è intorno al 70% ma con la tariffa puntuale può arrivare fino all’80-85%. Sapere che costa di più cambia i comportamenti: il principio “chi inquina di più, paga di più” si riferisce solo alla quota variabile della tariffa, ma è un significativo cambio di mentalità. L’indispensabile equilibro economia-salute – ha proseguito Garbarino – dev’essere scevro da interessi privati, per questo Accam deve restare pubblica. Un progetto di salvataggio per ripristinare le condizioni preesistenti non è nei nostri obiettivi. La domanda è: come fare un investimento diverso con obiettivi diversi e quanti soggetti è necessario che vi partecipino, dotati di grande capacità finanziaria? Sul tavolo non c’è la continuità del vecchio, ma l’indirizzo di mantenere l’inceneritore e progettare insieme qualcosa di nuovo».

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