Adozione, gli Istituti Fiorini e Pantani seguono “Il filo di Arianna” e le famiglie

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BUSTO ARSIZIO – Nonostante l’adozione in Italia sia una realtà consolidata da decenni, e istituzioni e scuola da sempre sono impegnati in un prezioso lavoro di inserimento nella nostra comunità a fianco delle famiglie, è un mondo complesso e talvolta ancora da indagare con attenzione. Sofferenze e problemi dei bambini e dei genitori emergono sempre: qualche volta subito, frequentemente durante l’adolescenza. Gli interventi sono sempre adeguati? E’ necessario andare più a fondo, aumentando risorse e attenzione? Cosa può fare il variegato universo dell’istruzione?
A queste difficili domande cercherà di rispondere un progetto degli Istituti Fiorini e Pantani di Busto Asizio. Lunedì 23 febbraio, alle 21, si terrà un incontro sul tema ‘Adozione a scuola attraverso l’esperienza dei genitori adottivi’, nella sede centrale in via Varzi, con la collaborazione dell’ associazione ‘Il filo di Arianna’. L’iniziativa, coordinata dal preside Luigi Iannotta, è stata organizzata dalla docente Sara Amadei.

Meno bambini adottivi

Intanto qualche informazione. Il numero dei bambini adottivi in Italia sta drasticamente scendendo per cause internazionali, da un lato si è ridotto il numero dei piccoli abbandonati, dall’altro diversi Paesi rendono sempre più difficili e complesse le procedure: secondo i dati ufficiali si è passati dai 4.130 adottati del 2010 ai 1.394 del 2018. Allo stesso tempo non tutti forse sanno che, anno per anno, centinaia di bambini hanno bisogni particolari (cioè disabilità lievi o reversibili) e che decine hanno bisogni speciali (patologie gravi o insanabili). A questi problemi si aggiunge la specificità delle dinamiche comportamentali dei bambini adottati che sono sempre di più stranieri.
E’ in questo contesto che gli Istituti scolastici superiori paritari Fiorini Pantani (che sono una onlus) – diretti da Mauro Ghisellini – hanno deciso di intervenire in maniera concreta aumentando e focalizzando l’impegno della scuola per prima capire bene questo vero e proprio cosmo e poi agire. Attraverso l’esperienza diretta vissuta da alcune famiglie, si analizzerà insieme quali possano essere le migliori strategie e gli approcci al bambino adottato, nelle varie tappe che il mondo dell’istruzione italiano propone, partendo dall’asilo nido fino all’esperienza della scuola secondaria di secondo grado.
“Nell’ambito più generale della genitorialità – spiega la professoressa Amadei – si è convinti inoltre che più ci siano occasioni per conoscere il mondo celato dietro i volti dei bambini adottati più si possa contribuire ad eliminare preconcetti ed etichette sul mondo adottivo”.

L’impegno dell’associazione bustese

Il filo di Arianna è un’associazione di genitori adottivi nata ufficialmente 20 anni fa, con lo scopo di offrire un sostegno reciproco alle famiglie che si sono approcciate a questo tipo di percorso, sia durante tutto l’iter adottivo, attraverso serate ed incontri formativi ed informativi, sia nel post-adozione. Poiché il tema adozione è ancora un’esperienza personale, per lo più legata al mondo familiare che la vive, l’ente ha anche come obiettivo quello di aprirsi all’esterno per contribuire alla creazione di una “cultura dell’adozione”. La scuola quindi, essendo uno dei primi luoghi sociali frequentati dai bambini adottati, sia da coloro che provengono dall’adozione nazionale, sia soprattutto dall’adozione internazionale, è considerata di primaria importanza come luogo di diffusione della cultura dell’adozione, come anche suggeriscono le “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati” del dicembre 2014.

Angela Bruno

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