Dall’Africa all’Italia: l’integrazione possibile di Ouattara, cittadino del mondo

africa integrazione cittadino mondo

MILANO – «L’obiettivo era continuare con la finanza, in cui mi ero diplomato. Però, arrivato in Italia, dovevo iniziare rapidamente, e la lingua era un problema. Allora, quando mi sono iscritto all’università “La Sapienza” di Roma, ho scelto una materia scientifica: la matematica è internazionale». Sono queste le parole di Jean-Hilaire Ouattara, trentenne laureato in Ingegneria civile protagonista di una storia di integrazione possibile: originario della Costa d’Avorio, e dopo aver vissuto in Angola, Nigeria e Arabia Saudita, oggi lavora con l’agenzia consolare di Milano della sua ambasciata.

Il padiglione di Expo 2015

«Dopo due anni che ero lì mio padre ha incontrato Fabrizio Iseni, all’epoca console italiano nel mio Paese, che mi ha proposto l’università online eCampus, in cui ho intrapreso gli studi. Grazie a lui sono entrato in contatto anche con la delegazione della Costa d’Avorio per il padiglione di Expo 2015, facendo parte per sei mesi del progetto. Dopodiché volevo proseguire con la laurea magistrale, e mi si è presentata anche l’opportunità di un master, “Design and Management of Structural Technologies in Construction Works” al Politecnico». È poi arrivata una proposta dall’ambasciata della Costa d’Avorio per la sua agenzia consolare a Milano: «Mentre lavoravo ho completato Ingegneria all’università UniNettuno, oggi sono ancora con loro: siamo a contatto sia con la comunità ivoriana che quella italiana, i rapporti sono molto cordiali e positivi. Tra studio e lavoro la popolazione è bene integrata e ha abbracciato lo stile di vita e la cultura locale».

Tra Angola, Nigeria e Arabia Saudita

«Lavoro in un campo che mi affascina, e ho avuto l’opportunità di essere vicino al console Iseni: in questo modo ho imparato molto riguardo al lavoro con gli imprenditori, le sue dinamiche. È stato un percorso formativo di cui sono molto grato, in breve tempo sono cresciuto quanto a serietà e capacità organizzative», ha raccontato Jean-Hilaire. Nato a Dabakala, ha trascorso la maggior parte del tempo ad Abidjan, la capitale ivoriana. Ma ha anche vissuto in altri Paesi, dove ha frequentato scuole internazionali: «Mi ha dato la possibilità di incontrare persone che venivano da diverse parti del mondo. Oltre che in Angola, quando ero molto piccolo, ho abitato per due anni a Lagos, in Nigeria, e quattro a Gedda, in Arabia Saudita, un cambiamento che per me è stato molto forte. In Italia le cose sono andate abbastanza bene: sono arrivato a gennaio per entrare in università a settembre, mi sono dovuto preparare in campo scientifico. È stato faticoso, ma sicuramente mi ha aiutato la visione cosmopolita data dalle esperienze vissute. Mi considero un cittadino del mondo, sono in contatto con persone da diverse parti della Terra. E ora l’obiettivo è approfondire ancora di più la mia conoscenza in quest’ambito».

africa integrazione cittadino mondo – MALPENSA24