Ancora furti di bici al liceo scientifico Tosi a Busto. Genitori esasperati: «Ora basta»

Foto tratta da www.fiab.it

BUSTO ARSIZIO – «A mio figlio hanno rubato la bicicletta a scuola legata con tre catenacci. È la seconda che gli rubano». C’è tutta l’esasperazione di una situazione insostenibile in uno dei messaggi che circolano in questi giorni nelle chat dei genitori del liceo scientifico Arturo Tosi di Busto Arsizio. Scuola di eccellenza in Lombardia, come testimoniato proprio in questi giorni dall‘indagine Eduscopio della Fondazione Agnelli, che la conferma tra le “top 5” dell’area tra Milano e l’hinterland, ma che paradossalmente è complicatissima da raggiungere per i suoi ragazzi. Perché, come già denunciato dal comitato genitori, da un lato ha dei mezzi di trasporto pubblico scomodi e carenti, dall’altro un posteggio bici che è un colabrodo.

Sempre più furti

Un problema, quest’ultimo, che è ormai fuori controllo. I casi si ripetono e qualche genitore poi ha persino trovato la bicicletta rubata al figlio in vendita sul marketplace di Facebook. I genitori denunciano regolarmente gli episodi alle forze dell’ordine e alla dirigenza scolastica, ma una soluzione ancora non c’è. Hanno già invocato pubblicamente da tempo una soluzione, rivolgendosi all’amministrazione comunale, che è proprietaria dell’area attualmente destinata a posteggio per le bici, proprio dirimpetto all’ingresso principale dell’istituto, in via Tommaso Grossi. Un “deposito di fortuna”, più che un parcheggio, incustodito e protetto solamente da una recinzione fin troppo facile da superare per chi vuole portare via le biciclette.

Soluzione cercasi

Una soluzione a scuola non c’è: dirigenza e genitori hanno provato invano ad individuare spazi all’interno del perimetro dell’istituto da riconvertire a posteggio bici. L’appello è ad un intervento da parte delle istituzioni, la Provincia che è competente per le scuole superiori o il Comune che è competente per il posteggio bici ormai ripetutamente violato. Anche perché alcuni genitori arrivano, da un lato, a proporre soluzioni improvvisate (come l’acquisto di telecamere di videosorveglianza a proprie spese, che però difficilmente potrebbero essere monitorate, oppure improbabili “ronde” contro i furti) e dall’altro arrivano a chiedersi se per Natale dovranno essere costretti a premunirsi di bici nuove in regalo ai figli, affinché possano continuare ad avere un mezzo di trasporto per andare a scuola. E la scelta della mobilità sostenibile, invece di essere premiata e incentivata, così viene mortificata dal rischio di trovarsi a doversene tornare a casa a piedi e senza più il proprio mezzo a due ruote.

Bus scarsi e furti di bici: arrivare al liceo Tosi di Busto non è un gioco da ragazzi

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