Incendio Angera, Manica: «Danno enorme. Ci vorranno decenni per far rinascere San Quirico»

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ANGERA – «Un danno enorme. Ci vorranno decenni per far rinascere San Quirico». L’incendio che da venerdì 15 aprile sta devastando la collina di San Quirico è sotto controllo. Da ieri pomeriggio i vigili del fuoco, impegnati 24 ore su 24, nelle operazioni di spegnimento segnalavano, finalmente, l’assenza di focolai attivi. Le squadre stanno continuando a lavorare per bonificare l’area.

Danni enormi

Per tutta la notte tra venerdì e sabato il sindaco Alessandro Paladini Molgora e il vicesindaco Marco Brovelli sono rimasti sul campo per seguire l’intervento dei soccorsi che ha visto anche l’evacuazione preventiva di alcune abitazioni. Con loro anche il consigliere di opposizione Milo Manica che, da esperto naturalista, parla di danni enormi alla flora e alla fauna causati dal vastissimo incendio.

Colpita flora e fauna

«Farò un sopralluogo non appena possibile – spiega Manica – Quando cioè l’area sarà in assoluta sicurezza. Da quello che abbiamo visto sinora le fiamme hanno interessato in particolare il sottobosco. Il cosiddetto incendio di chioma è stato fortunatamente registrato solo in alcune zone. I danni all’ecosistema sono in ogni caso molto estesi e riguardano non soltanto la flora, ma anche la fauna. Penso ad animali che hanno una minore mobilità: gli anfibi, come i rospi, i ricci o i piccoli mammiferi come le volpi».

Un sopralluogo al più presto

Manica palesa ciò che tutti pensano: «Un disastro che non avremmo mai voluto vedere ad Angera. La zona – aggiunge – Non è soggetta ad alcun ente particolare. Non è, ad esempio, un parco naturale, come è invece il Campo dei Fiori. Non c’è una mappatura delle essenze, non ci sono studi sull’area che possano costituire una traccia per farla tornare a vivere. Sarà complicato». E ancora: «Sarà necessario anche valutare se l’incendio abbia creato, o aumentato, il rischio di dissesto idrogeologico dell’area».

Le indagini dei Forestali

Intanto la segnalazione del rogo è arrivata al Gruppo Carabinieri Forestali di Varese. Terminata l’emergenza inizieranno gli accertamenti coordinati dalla procura di Varese. I militari, con specifica competenza, sentiranno testimoni e soprattutto acquisiranno le relazioni dei vigili del fuoco. Saranno effettuati dei sopralluoghi.

Doloso o colposo?

«I boschi non prendono fuoco da soli». Questo è il sentire comune. Si tratta di accertare in ogni caso l’origine del rogo e, nel caso venisse ravvisato il coinvolgimento di terzi, si tratterà di stabilire se l’incendio abbia avuto origine dolosa o colposa. Come accaduto a Indemini, in Svizzera, a febbraio. In quel caso le fiamme ebbero origine da un bivacco non spento accuratamente da due escursionisti poi identificati e denunciati.

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