Angioy e Reto (Lega): «A Varese non si vive bene. Colpa del sindaco».

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VARESE – Dopo la pubblicazione della classifica sulla qualità della vita da parte del Sole 24 ore la provincia di Varese scende alla 66esima posizione in Italia, un netto cambiamento rispetto al posto 29 dello scorso anno. Occasione che la Lega coglie per attaccare l’operato dell’amministrazione Galimberti. «Un sindaco che ha puntato sulla grandeur comunicativa, ma che ha fallito nella realizzazione concreta delle promesse», attaccano Cristiano Angioy Viglio e Mirko Reto. 

Galimberti bocciato

«Nella classifica sulla qualità della vita redatta dal Sole 24 ore, Varese cade dalla 29esima alla 66esima posizione. Una bocciatura di fine mandato del lavoro del sindaco Galimberti e della sua giunta». E’ questa la dura accusa dei leghisti Cristiano Angioy Viglio e Mirko Reto contro l’amministrazione di Palazzo Estense.

Il risultato della classifica secondo il commissario cittadino della Lega rappresenta un fallimento per della «grandeur comunicativa che ha sempre caratterizzato il primo cittadino, che ha trovato però il suo limite nella concretezza dell’attività amministrativa». Angioy se la prende con le promesse elettorali dell’amministrazione, lontane dai reali problemi dei cittadini e «l’emergenza neve seguita all’ultima nevicata ne è una recentissima testimonianza: Varese ha bisogno di concretezza e confido che con Roberto Maroni candidato sindaco sapremo dare risposte alle necessità dei cittadini».

Fallimento sulla cultura

La classifica del Sole 24 ore avrebbe “bocciato” la provincia di Varese per temi come la cultura e il tempo libero, «argomenti sui quali la sinistra e il Partito Democratico si sono sempre spacciati come portavoci». Si tratta tuttavia di uno studio a livello provinciale, non legato alla sola città di Varese. «Ma città come Gallarate e Busto Arsizio, entrambe amministrate dal centrodestra, hanno saputo dimostrare ben altro passo anche su questi temi», commenta Mirko Reto, coordinatore per la Lega del nord della Provincia.

Che se la prende poi con il problema del teatro di Varese. «La città è culturalmente morta, ma non per mancanza di interesse da parte della città, bensì per la mancanza di un’offerta adeguata. Nostro compito – conclude Reto – sarà quello di portare proposte concrete per garantire un grande rilancio, dopo 5 anni di mera sopravvivenza».

Il Varesotto premiato per la qualità della vita. Reto: «Non è merito di Galimberti»

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