Antonelli: «Amo la mia maggioranza». Ma su Accam il sindaco di Busto si astiene

BUSTO ARSIZIO – Su Accam Antonelli prima si astiene sulla mozione di Lega Forza Italia, ma poi vota, per sbaglio, a favore la delibera dello slittamento di chiusura dell’impianto.

Un errore quello del sindaco che non sposta gli equilibri e non intacca la sua posizione, per altro più volte dichiarata. Per Antonelli, infatti, l’attività dell’impianto non dovrebbe più avere date di scadenza, ma continuare e iniziare, finalmente, a dare utili. Insomma, Antonelli prima dichiara la sua fedeltà a Lega e Forza Italia: «Amo troppo la mia maggioranza», ma poi, al momento del voto su Accam, la “tradisce” con l’astensione su un argomento tutt’altro che secondario.

Il giallo del voto

Ieri sera, martedì 20 novembre, il consiglio ha votato la mozione Accam che rilancia l’attività dell’inceneritore oltre il 2021 e che indica la possibilità di spegnere appena le condizioni economiche della società lo permettono. E comunque prima del 2027. Passa quindi la posizione studiata per rimettere in asse Lega e Forza Italia, alleati che fino a pochi giorni fa, sul futuro dell’impianto, avevano posizioni agli antipodi.

Un’emendamento, quello messo a punto dalla maggioranza, che non ha mai trovato d’accordo il sindaco Antonelli. Il primo cittadino, infatti, dopo aver bocciato il testo in commissione, ha mantenuto la coerenza con le sue convinzioni anche in consiglio, annunciando che il suo, unico, passo avanti nei confronti della maggioranza sarebbe stata l’astensione. E’ così è stato sull’emendamento. Non sulla delibera, dove per errore, anziché astenersi, ha pigiato il tasto verde del voto a favore. Destando sorpresa tra assessori e consiglieri.

Occorre dire che con la maggioranza ricompattata, il “non voto” del sindaco è stato numericamente ininfluente. Politicamente, invece, la differenza di vedute un peso ce l’ha: ovunque la si guarda ha segnato una rottura. E la conferma giunge dai commenti fuori onda di alcuni esponenti della maggioranza, i quali con il voto “sbagliato” del sindaco in tasca, hanno subito minimizzato la voce fuori dal coro del primo cittadino: «E’ solo la sua posizione».

Non passa l’emendamento dei Dem

Il Pd ha provato a dare un indirizzo più deciso al futuro di Accam presentando una mozione in cui ha chiesto azzeramento del cda, nomina di un amministratore unico di provata competenze, stesura di un nuovo piano industriale e apertura ai privati nella società. Richieste tra l’altro vicine alle posizioni di Forza Italia (che per spirito di maggioranza ha però diluito nel testo condiviso con la Lega) e dello stesso Antonelli.

Massimo Brugnone, infatti, ci prova e provoca il sindaco chiedendogli di votare l’emendamento. Risposta: «E’ vero, condivido parecchi passaggi del vostro emendamento, ma io amo troppo la mia maggioranza». Risultato: mozione piddina bocciata e che raccoglie solo i voti di consenso dei dem e di Busto al centro.

La minoranza rumorosa

Dopo l’esito delle votazioni il presidente del consiglio Valerio Mariani ha espresso la sua amarezza perché  «ancora una volta la politica ha deciso di non decidere. Questa sera abbiamo spostato un’altra volta la palla in avanti e rinviato la vera questione su un tema dove invece sarebbe ora di assumersi delle responsabilità precise. Nei confronti dei cittadini e di chi in Accam lavora. Invece siamo all’ennesimo rinvio riguardo una situazione sulla quale ha sempre pesato una minoranza rumorosa a discapito di una maggioranza silenziosa».

Maggioranza soddisfatta e stasera round in assemblea

Il tira molla su Accam ha creato nelle scorse settimane più di una fibrillazione. Per questo, appena passata la delibera sul rinvio, tra i banchi della maggioranza Lega e Forza Italia hanno tirato un sospiro di sollievo. Del resto nessuno si è fatto politicamente male e anche la posizione contraria del sindaco è stata immediatamente metabolizzata. Soddisfatta Forza Italia, «perché – spiega Gorrasi – la delibera non stravolge il nostro pensiero sull’inceneritore». Soddisfatta anche la Lega bustocca che ha sempre tenuto la barra dritta sulla chiusura anticipata, «perché – è intervenuta Paola Reguzzoni – ora si potrà lavorare per lo spegnimento. La Lombardia sullo smaltimento rifiuti è autosufficiente. Fare business con Accam significherebbe bruciare gli scarti di Napoli e del resto dell’Italia. Cosa che noi non vogliamo assolutamente. Ogni regione si bruci i propri rifiuti».

Questa sera infine si riunisce l’assemblea dei soci che, sulla base delle indicazioni date dai consigli comunali ai sindaci, dovrà votare lo slittamento. Non tutti saranno d’accordo, anche se secondo una prima conta, dovrebbe passare la data del 2027. Ma trattandosi di Accam è sempre meglio evitare di tirare le somme senza l’oste.

 

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