Antonelli e Cassani, attenti a quei due

busto gallarate antonelli cassani
Esempio della politica quando non sa o non vuole dialogare: una rissa a Montecitorio.

Una volta, un vecchio sindaco marpione, di quelli che te la facevano sotto il naso e lo ringraziavi pure, ci disse che la politica è l’arte del saper litigare bene. Non sapremmo dire se, una volta, i politici sapessero anche litigare. Di sicuro, litigavano. Né più né meno come quelli di oggi, benché, oggi, finiscano quasi sempre per mettere in piazza i loro dissidi. Colpa della pressione mediatica, dei social aperti a chiunque, delle tante “trombette” che popolano i partiti e non solo.

Colpa anche di certi caratteracci che non aiutano a limitare le manifestazioni d’ira. Come accade a Emanuele Antonelli e Andrea Cassani, rispettivamente sindaci di Busto Arsizio e di Gallarate, nonché candidato obtorto collo per la seconda volta alla presidenza della Provincia in quota Fratelli d’Italia, il primo; segretario provinciale della Lega, il secondo. Risaliti agli onori della cronache per l’ennesimo, reciproco vaffa che si sono lanciati a vicenda. Pare che il motivo sia marginale, quasi futile in confronto al clima che creano all’interno della loro coalizione, il centrodestra. Come secondario dovrebbero apparire le ragioni o i torti che caratterizzano la vicenda, raccontata da Andrea Della Bella su Malpensa24.

Il problema è un altro, riguarda i rapporti conflittuali, la convivenza dei due esponenti politici e amministrativi di primo piano in provincia di Varese e nella stessa Lombardia. Non proprio gli ultimi della fila. Se non fosse che, così disputando, rischiano di diventare gli ultimi della classe, se non i più indisciplinati. Chi li conosce pone in luce proprio il loro carattere, quella cifra leggermente dispotica (leggermente?) che segnala la propensione al “qui comando io”. Oddio, non che il decisionismo sia tutto da buttare, quando ci vuole ci vuole. In certe occasioni, però, vale di più la capacità di lasciar correre, di dialogare, se possibile. Gli esempi del passato non depongono però per la virtù della tolleranza. Antonelli e Cassani sono due che s’incazzano, che prendono fuoco facilmente; insofferenti alle critiche privilegiano il motto: o con me o contro di me! I giornalisti ne sanno qualcosa, soprattutto dalle parti del Municipio di Busto Arsizio dove, ad alcuni di loro, è stata addirittura sbattuta la porta in faccia. Transeat.

Le difficoltà sono tutte da ascrivere al futuro del centrodestra: Fratelli d’Italia e Lega sono partiti dominanti nel Varesotto. Le loro responsabilità sono sì politiche, ma toccano in maniera diretta la funzionalità e l’efficienza dell’azione amministrativa. Quindi, toccano i cittadini. Che i sindaci di Busto e Gallarate non vadano d’accordo, perpetuando un’antistorica rivalità di campanile, non è cosa. Non lo è per l’irrinunciabile necessità nell’attuale contesto socio/economico di fare squadra, di mettere in comune gli sforzi per far crescere tutto il territorio, non solo il proprio orticello. Obiettivo che richiede uno scatto culturale che vada al di là dei personalismi e delle beghe di cortile tra due esponenti politici a cui, per quanto ci risulti, non difetta di sicuro l’intelligenza. Anche se, forse, non conoscono ancora, come sosteneva quel loro predecessore che abbiamo ricordato nell’incipit, l’arte del saper litigare. Il cui sbocco naturale è il confronto democratico e civile. In caso contrario, la politica del Varesotto sarà costantemente sotto ricatto, costretta a guardarsi le spalle, a stare attenta a quei due. Per non sconfinare nel ridicolo.

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