Appello a Busto della Famiglia Sinaghina: «Serve un posto per i carri di Carnevale»

busto famiglia sinaghina carnevale

BUSTO ARSIZIO Che carnevale sarebbe senza il carro del Tarlisu e della Bumbasina? Ce lo chiediamo noi, ma forse anche la Famiglia Sinaghina che lancia un appello: «Ci rivolgiamo al Comune e anche ai privati – dicono il presidente Rolando Pizzoli e il suo vice Simone Colombo – a oggi non abbiamo un luogo per poter sistemare il tradizionale carro bustocco e poterne costruire uno nuovo. Siamo in grossa difficoltà. Speriamo che l’amministrazione o qualche bustocco lungimirante possa darci una mano a trovare un “casa” del carnevale».

Siamo già in ritardo

E’ tempo di Natale è il problema del carnevale è apparentemente fuori stagione. In realtà spiegano Pizzoli e Colombo «siamo già in ritardo. Per costruire un carro ci vuole tempo». Ma anche un luogo fisico, che la Famiglia Sinaghina non ha a disposizione. Da anni, infatti, sono “nomadi”: una stagione in un capannone e l’altra in posto diverso. Ogni volta una gran fatica. Superata solo dalla grande passione di voler continuare a tenere viva la tradizione. Si tenga conto che ogni iniziativa, carri allegorici compresi, è autofinanziata.

Tarlisu e Bumbasina patrimonio di Busto

Ma questa volta Pizzoli e Colombo si spingono un po’ oltre e mettono in piazza il problema: «Siamo i custodi delle maschere tradizionali di Busto. Che non sono solo un carro allegorico, ma il simbolo della storia della nostra città. Tanto che siamo felici di metterli sempre a disposizione e di sentire che, in moltissime occasione, non carnevalesche, si fa riferimento a loro. Insomma tutti tengono al Tarlisu e alla Bumabsina, ma ora bisogna anche dimostrarlo».

Il carro è parcheggiato nei magazzini comunali di via Ferrer, ma lì è impossibile lavorare al restauro che ogni anno deve essere fatto per tirarlo a lucido in occasione della sfilata. E se in via Ferrer non si può intervenire per le manutenzioni, figuriamo se ci sono le condizioni per lavorare alla creazione di un nuovo carro allegorico. «Da quando non abbiamo più la disponibilità dell’ex Valsecchi, abbiamo iniziato a girare in vari posti della città per costruire i nostri carri. Siamo stati al Museo del tessile e l’anno scorso, anche grazie all’intervento dell’amministrazione, abbiamo trovato ospitalità in un capannone della ditta Bandera».

Senza tetto

Ora però la Famiglia Sinaghina è senza un tetto per preparare il Carnevale. «Abbiamo chiesto in Comune, anche in maniera ufficiale, ma non abbiamo avuto risposte. Ora ci rivolgiamo, oltre che alle istituzioni, anche ai privati cittadini. Se davvero il carnevale è un patrimonio di tutta la città dateci un segnale concreto». Anche perché il problema non tocca solo l’associazione di Sacconago, ma anche altre realtà che lavorano alla sfilata: «Ci fosse uno spazio adeguato a disposizione – concludono Pizzoli e Colombo – potremmo costruire i carri insieme alle altre associazioni, anche perché non è che ci siano segreti o concorrenza. Anzi si potrebbe collaborare maggiormente».

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