«La riapertura di Linate è una farsa: solo 3 voli all’ora per “gonfiare” Malpensa»

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Dario Balotta

La riapertura di Linate, il più importante city airport italiano dove si concentra il ricco traffico business del Nord, prevista per il 13 luglio prossimo è una farsa. Oltre al fatto che sarà l’ultimo scalo nazionale a essere riaperto, Sea – contraria al pur tardivo provvedimento ministeriale – ha deciso di consentire solo tre voli all’ora nonostante la protesta delle compagnie aeree e l’incredulità dei cittadini milanesi. Un vincolo inaccettabile per uno scalo che può operare fino a 9 voli orari. Non solo, ma con la ripresa delle attività economiche e l’avvio della stagione turistica l’utenza dell’area metropolitana milanese e del Sud Lombardia si vedrà costretta a disagevoli e scomodi trasferimenti per raggiungere Malpensa e Bergamo. 
L’obbligo di distanziamento sociale previsto dalle misure sanitarie ministeriali nel terminal e i lunghi lavori di restyling del primo piano dello scalo sono un pretesto: lo spazio a disposizione dei passeggeri al piano terra è assolutamente sufficiente. La logica del concessionario è però quella di profittare della cassa integrazione a pioggia garantita dal Governo per risparmiare sui costi di gestione, concentrando il traffico su Malpensa per poi chiudere con significativi utili il bilancio. Mentre a tutti gli altri scali riaperti (27 al momento, c’è persino il piccolo scalo di Parma) non si sono dati limitazioni, a Milano continua l’operazione tesa a  “gonfiare” Malpensa, che a 20 anni dalla sua apertura sviluppa meno della metà del traffico previsto. Così facendo si vogliono giustificare ancora una valanga di investimenti inutili previsti dal nuovo Masterplan. Infine, ciliegina sulla torta, con solo tre voli/ora a Linate verrebbe favorita  Alitalia, che attualmente detiene due slot su tre al  Forlanini .

Dario Balotta
(Europa verde)

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