Baruffa in Consiglio a Castano. Minoranze e due assessori abbandonano l’aula

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CASTANO PRIMO – Salta una mozione delle minoranze iscritta all’ordine del giorno. E i consiglieri di queste ultime abbandonano l’aula, dopo un duro battibecco con il sindaco, seguiti da due assessori della giunta, a ribadire la spaccatura che ha diviso la maggioranza di centrosinistra in campagna elettorale. È quanto successo ieri sera, lunedì 22 aprile, a Castano Primo.

All’origine una mozione tolta dall’odg

In apertura di consiglio comunale (probabilmente l’ultimo del mandato amministrativo) il consigliere del centrodestra Roberto Colombo (nella foto in alto), candidato sindaco alle elezioni amministrative del 9 giugno, ha lamentato il «grave fatto» che il sindaco, Giuseppe Pignatiello, abbia escluso dalla discussione la mozione da lui presentata riguardante il centro sportivo “Annibale Sacchi”. Il primo cittadino ha spiegato la sua scelta con un «aspetto procedurale che non poteva essere discusso in consiglio» facendo leva anche sul parere del segretario comunale, per il quale «non si può intervenire su un procedimento amministrativo in atto, perché lede le competenze dei dirigenti comunali». Colombo, da parte sua, ha insistito sulla irregolarità dell’intervento del sindaco.

Tra consigliere e sindaco i toni sono presto trascesi, con Pignatiello che si è detto dispiaciuto della «boutade inutile e dannosa anche politicamente» del primo e Colombo che ha così replicato: «Lei si è arrogato un diritto che non ha, la decisione spettava al consiglio comunale». Al termine di un vivace scambio di battute, Colombo ha accusato il sindaco di «ledere i diritti di tutto il consiglio» e i rappresentanti del centrodestra hanno lasciato l’aula consiliare.

Fuori anche parte della maggioranza

A quel punto l’assessore Alessandro Landini, a sua volta candidato sindaco in aperta rottura con il resto della maggioranza, ha annunciato che avrebbe fatto altrettanto insieme all’altro assessore Maria Luisa Lodi e alla consigliera Elisa De Bernardi «con la speranza – ha detto Landini – che questa scelta porti a un confronto più trasparente, libero e democratico».

Pignatiello ha ricordato di aver tentato di correggere il testo della mozione, in modo da poterla sottoporre all’attenzione del consiglio. A proposito del comportamento dei consiglieri del centrodestra, ha parlato di «pagliacciata», mentre l’assessore Andrea Osellame ha definito «scandaloso» il gesto dei colleghi di giunta Landini e Lodi dopo che «erano presenti in giunta quando si è deciso come procedere». «Questo comportamento è vergognoso – gli ha dato manforte l’altro assessore Ilaria Crespi – lo dico a quelli del mio gruppo che hanno fatto questa pagliacciata da campagna elettorale». Venuto meno il numero legale con l’abbandono dell’aula di 9 consiglieri su 17 (compreso il sindaco), la seduta è stata aggiornata.

«Inaccettabile il comportamento del sindaco»

«Abbiamo abbandonato l’aula – ribadiscono oggi, martedì 23, in un comunicato congiunto i consiglieri Giovanni Griffanti, Raffaella Sala, Carlo Iannantuono, Daniele Rivolta e lo stesso Colombo – in quanto il sindaco Pignatiello ha esautorato il consiglio comunale dal suo potere istituzionale, arrogandosi un diritto che non gli compete e decidendo di non ammettere la mozione dei consiglieri d’opposizione. Ribadiamo che il sindaco non ha il potere di sostituirsi al massimo organo cittadino e nel tenere tale comportamento, nonostante più volte richiamato ai propri doveri, ha perseverato nella propria Illegittima determinazione.

«L’abbandono dell’aula si è reso necessario per costringere il sindaco a prendere atto del fatto che il Comune non gli appartiene e che esistono delle regole democratiche che devono essere rispettate. Il confronto, il diritto al contraddittorio e l’iniziativa dei consiglieri comunali – concludono gli esponenti dell’opposizione – non possono essere messi in discussione da nessuno».

Landini: «Garantire confronto e democrazia»

All’indomani del breve ma concitato consiglio comunale intervengono anche Landini, Lodi e De Bernardi per formulare «le doverose scuse verso i tecnici presenti in aula. Nonostante il dispiacere nei confronti dell’ordine del giorno e quindi delle delibere da approvare sul rendiconto di gestione, la variazione al bilancio, il piano economico finanziario e il bilancio preventivo di Azienda Sociale – proseguono – abbiamo abbandonato la seduta in segno di rispetto verso il consiglio comunale, massima assise cittadina nonché luogo deputato al più ampio e diffuso confronto politico. Il consiglio comunale non ha proprietari che possono disporne a loro piacimento. È necessario garantire l’espressione democratica delle forze politiche presenti. Il confronto, anche quando acceso e divergente, arricchisce il dibattito e quindi la democrazia; impedirlo significa soffocarla. La città non si può permettere prevaricazioni di sorta».

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