Boeing 737 Max, quando tecnologia non è sinonimo di affidabilità

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di Fabrizio Iseni

L’incidente del Boeing 737 Max 8 della compagnia aerea Ethiopian Airlines, che ha provocato domenica scorsa 157 morti, è molto più grave di quello che possiamo pensare. Mette infatti in discussione l’affidabilità non solo di un aereo ma di una intera tecnologia che si sostituisce all’uomo in decisioni che possono costare care.

Che la tecnologia non sia sempre sinonimo di affidabilità è un dato su cui dobbiamo riflettere attentamente. Chiunque abbia un’autovettura di nuova concezione se ne sarà reso conto, anche solo quando deve cambiare la lampadina di un fanale che si è bruciata. Operazioni che fino a qualche anno fa richiedevano semplicemente di togliere due viti, oggi richiedono interventi di diagnostica e lo smontaggio di mezza macchina.

iseni boing tecnologiaL’incidente di domenica 10 marzo ha provocato, a partire dalle ore 21 di martedì, la chiusura dei cieli europei a tutti i Boeing 737-8 e 737-9 Max. Tradotto: questi aerei non possono più volare in Europa, con conseguenze di enorme portata, data la diffusione dei Boeing 737 Max, aerei che volano anche a Malpensa, basti pensare che solo la compagnia Air Italy ne ha 3 basati qui. Conseguenze innanzitutto per le compagnie aeree che, inconsapevolmente, hanno acquistato in passato questi velivoli: dovranno modificare le proprie programmazioni dei collegamenti aerei e cancellare i voli, perché sostituire decine di aerei dalla sera alla mattina non è possibile. Ma non solo: anche nel medio termine sarà difficilissimo sostituire i velivoli finiti in black list con altri aerei: gli aerei si acquistano in leasing ma vanno ordinati per tempo, mesi se non addirittura anni prima. Ne consegue che la “messa a terra” dei 737 Max comporterà grossi guai a livello operativo, per molte compagnie, con enormi perdite economiche e posti di lavoro a rischio. L’altra spallata l’ha già ricevuta la Boeing, il cui titolo è precipitato in borsa, e che ora farà i conti con enormi richieste di risarcimento. E che dire dei passeggeri che avevano prenotato voli operati dai Boeing 737 Max con varie compagnie aeree? Cancellazioni, riprotezioni su altri voli (se e quando possibile) e quindi caos.

La speranza comune è che gli aggiornamenti software della Boeing, che dovrebbero risolvere i problemi progettuali che hanno provocato l’incidente della Ethiopian ma anche quello della Lion Air, siano rilasciati rapidamente a condizione che siano assolutamente efficaci. Ma, come dicevo in premessa, quanto accaduto ai nuovissimi 737 Max mette in luce una piaga di questi tempi moderni, quella appunto della tecnologia e dell’automazione. E’ vero che in aviazione i principali incidenti sono stati provocati da errori umani o comunque da co-fattori in cui l’errore umano ha giocato un ruolo purtroppo fondamentale, ma gli ultimi due drammatici episodi e i morti dei voli Ethiopian e Lion Air ci raccontano una storia diversa: quella della macchina che, fedele alla sua ferrea logica degli algoritmi matematici, si sostituisce all’uomo in decisioni che diventano letali. Affidare interamente alle macchine il compito di semplificarci e migliorarci la vita non è detto che sia saggio. L’intervento umano, pur con tutti i suoi limiti, deve continuare ad essere imprescindibile: deve essere l’elemento discriminante fra affidabilità e inaffidabilità. Fra vivere e morire.

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