“Born on the bayou”, il mito dei Creedence Clearwater Revival nel libro di Pedron

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GALLARATE – «Ognuno vive di un mito, una situazione che conosce a menadito senza esserci mai stato. E il loro era la Louisiana. Per me lo è stata la musica della California. Che è ciò che lega la mia ultima trilogia di libri: Beach Boys, Ry Cooder, e ora i Creedence Clearwater Revival». Così Aldo Pedron, giornalista gallaratese, commenta “Born on the bayou”, volume scritto a quattro mani con Maurizio Galli, critico musicale milanese, e dedicato al gruppo autore di “Have you ever seen the rain”.

L’influenza del rock del Sud

«I Creedence Clearwater erano questo: il mito delle paludi della Louisiana, il blues del Mississippi, il country del sud, e i trip lisergici di San Francisco». La seminale band di John Fogerty, pur essendo originaria del piccolo paese di El Cerrito, in California, in realtà sognava New Orleans. «Nel loro immaginario avevano i battelli con le ruote a pale e i romanzi di Mark Twain. Ed erano influenzati dalla musica del sud, l’essenza del rock’n’roll che, prima dei bianchi, era appannaggio di artisti neri come Bo Diddley, Chuck Berry e Little Richard. “Proud Mary”, una della canzoni più famose dell’ensemble californiano, all’inizio poteva essere una donna prosperosa, ma poi hanno cambiato la parole e parla di un battello a vapore». “Born on the Bayou” non si limita a presentare la storia della band, che conobbe il suo momento di splendore tra il 1968 e il 1972, ma offre una messe di informazioni coprendo praticamente ogni aspetto: foto, discografia, festival, dischi dal vivo, classifiche, collaborazioni, alberi genealogici, canzoni apparse nei film, aneddoti e curiosità. Oltre alla prefazione di Steve Wynn dei Dream Syndicate, che a nove anni si iscrisse al loro fan club, vanta diverse interviste esclusive: a Stu Cook e Doug Clifford, bassista e batterista originali, a Jeff, figlio del chitarrista Tom Fogerty, a Jake Rohrer, factotum della band, nonché Russ Gary, fonico che si occupò della registrazione dei dischi.

I prossimi libri

Aldo Pedron, giornalista e critico musicale di Gallarate, ha lavorato a Malpensa per quarant’anni come spedizioniere per Emery Air Freight, poi Ups. Appassionato di musica dal maggio 1966, quando comprò i primi dieci quarantacinque giri, ha fondato “Il mucchio selvaggio” e “L’ultimo buscadero”, di cui è stato direttore dal 1980 al 1992. Dopo aver scritto per vent’anni su “Jam”, ora si occupa di www.rockgarage.it, www.Mescalina.it e “Late for the sky”. Promoter di concerti e direttore artistico di diversi locali, è un autore prolifico di libri a tema musicale. Tra le sue ultime opere c’è “Ry Cooder. Il viaggiatore dei suoni”. Scrittore instancabile e dal sapere enciclopedico, a fine gennaio pubblicherà una guida sul jazz per le edizioni Applausi di Torino. Ci sono inoltre altri tre progetti in cantiere, che riguarderanno rispettivamente i plagi nel mondo delle sette note, la musica surf italiana e il sound di San Francisco.

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