Bottini di Busto al centro: «Accam conferma che la maggioranza è spaccata»

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BUSTO ARSIZIO – Benedetto rinvio, «perché Accam è diventato un campo sul quale si stavano giocando tante, forse troppe partite. Insomma cosa fare dell’inceneritore, più che un argomento su cui confrontarsi, era diventato un pretesto. Per questo abbiamo colto in maniera positiva l’aver preso tempo». Chi parla è Gianfranco Bottini, punto di riferimento di Busto al centro.

Le contraddizioni sul tavolo

bottini accam maggioranzaBottini prima di parlare delle partite a cui si riferisce, parte da «una serie di contraddizioni che sono emerse sull’argomento». Prima tra tutte il fatto che «la proposta di rinvio, che sarebbe dovuta arrivare in consiglio, è stata fatta dalla giunta. Ciò presuppone che sindaco e assessori, compresi quelli della Lega, l’hanno condivisa. Se così fosse, allora non si capisce come mai il Carroccio cittadino si è messo di traverso in maniera così ferma. Quindi la domanda sorge spontanea: “Come hanno votato in quella giunta gli assessori di riferimento della Lega?”». A Bottini gli si fa notare che forse, almeno stando alle voci, i tre assessori leghisti erano assenti. «Di questo non so nulla. So però che c’è un documento di giunta. E una contraddizione, interna alla maggioranza, che andrebbe chiarita».

Non solo. «Altra cosa piuttosto strana è che la giunta decide di presentare la delibera di rinvio nonostante un parere tecnico che affossa il piano industriale della società. Parere tecnico non di un esterno, ma del ragioniere capo del Comune di Busto».

Infine la terza contraddizione. «Qui devo dire che ha ragione l’ex assessore Alberto Riva. Forza Italia ha cambiato idea dopo una campagna elettorale in cui sosteneva la chiusura al 2021. Ma io aggiungo che nemmeno la Lega è stata poi così coerente. Infatti non bisogna dimenticare che in consiglio ha chiesto sì di modificare la mozione presentata dal sindaco Antonelli, ma ha anche lasciato intendere di condividere l’eventuale chiusura al 2027».

Accam quasi un pretesto

«E’ evidente – continua Bottini – come una questione importante come Accam abbia fatto emergere in maniera chiara che questa maggioranza, su temi fondamentali, ha due teste e ognuna la pensa in maniera diversa dall’altra. Due visioni che vengono sostenute fino al limite della rottura. Che però non arriva solo per convenienza politica dei due maggiori azionisti di maggioranza, ovvero Lega e Forza Italia. Accam quindi era diventato un pretesto per mostrare i muscoli».

Ma anche un campo di prova e di manovre politiche. Ieri impossibili, oggi probabili e un domani chissà.

«Mi pare abbastanza chiaro che, su Accam, Lega e Cinque stelle abbiamo viaggiato in sintonia. Ora non saprei dire se sono stati i grillini a saltare sul Carroccio o viceversa. Il punto non è questo. Ma non si può negare che in tanti hanno pensato, o stanno pensando, che anche qui a Busto si possa riproporre lo schema di Roma». Chi lo potrà mai dire? Secondo Bottini l’esito delle elezioni provinciali che si terranno tra qualche giorno, il 31 ottobre: «Lì vedremo dove saranno finiti, ammesso che vadano a votare, i voti dei consiglieri pentastellati bustocchi, i quali, non avendo né un candidato presidente né una lista, potrebbero appoggiare qualche consigliere della Lega».

Benedetto rinvio

Insomma, prima di decidere cosa fare di Accam è bene veder cosa vien fuori dalla corsa a Villa Recalcati: «Logico – conclude Bottini – potrebbe cambiare tutto e nulla. Di certo si potrà ragionare con maggior razionalità. Inoltre ora c’è anche il tempo per approfondire la questione, poiché, come già sostenuto anche da Francesco Speroni, i punti da chiarire sono ancora molti».

 

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