Sessismo varesino, il “messia” Fedez e le vittime sul lavoro

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Fedez

di Gian Franco Bottini

All’intorno del 1° Maggio, la Festa del Lavoro, nella città di Varese si è accesa una polemica per il contenuto di un manifesto che invitava all’utilizzo di un nuovo parcheggio nel centro della città. Il cartello in questione riportava l’immagine, apparentemente soddisfatta, di una graziosa signora alla quale si rivolgeva l’invitante messaggio che, grazie al comodo parcheggio, “finalmente sarebbe arrivata in ufficio prima del suo Capo, dopo aver avuto anche il tempo di prendersi un buon caffè.”

La nostra prima impressione era di apprezzamento per aver rivolto una lodevole attenzione a chi, notoriamente, ha molto spesso difficoltà nel far convivere il ruolo di moglie, di mamma e di lavoratrice. Situazione questa frequente anche se, soprattutto nelle giovani coppie, sempre più spesso la suddivisione degli impegni avviene anche con l’intervento maschile, in dipendenza delle diverse situazioni da gestirsi nell’ambito della famiglia e non certo “per decreto” o tanto meno con l’intervento di qualche politico impiccione.

Questo l’antefatto, una cosa di assoluta normalità, senonchè, ad un certo punto, è sbucata anche l’imperativa richiesta di rimozione del cartellone in questione, da parte di una parlamentare leghista, Isabella Tovaglieri, che definiva lo stesso “sessista” perché, a suo dire, offensivo della dignità delle donne e del lavoro femminile.

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Gian Franco Bottini

Confessiamo la nostra inadeguatezza, o fors’anche dabbenaggine, nell’essere rimasti sorpresi di fronte a tale accusa e incapaci a darci una risposta sulle ragioni di tale presa di posizione. Forse perché il “Capo” presumibilmente era da ritenersi un maschio? O forse perché il ritardo al lavoro veniva adombrato come un peccato tutto al femminile? Ancor oggi non sappiamo darci una risposta; in ogni caso si sarebbe comunque trattato di motivazioni che ci paiono labili per giustificare una pesante accusa di sessismo!

Sarebbe interessante sapere se la reazione della parlamentare sarebbe stata analoga se il cartello incriminato si fosse rivolto ad un altrettanto sorridente signore al quale si segnalava, per esempio, che finalmente, grazie alla comodità del parcheggio, lui avrebbe potuto farsi la barba con tranquillità tutte le mattine, presentandosi puntuale in ufficio prima dell’arrivo della signora “Capa”. Difficile fare delle ipotesi; l’unica cosa certa è che almeno il buon caffè preliminare non sarebbe stato messo in discussione perché, speriamo, non in grado di creare problemi di “sessismo”!

Abbiamo comunque condiviso, nell’intervento della parlamentare, quello che nelle vicinanze del 1° Maggio, voleva esser il suo vero messaggio e cioè la giusta sottolineatura all’importanza e al peso dell’imprenditoria e del lavoro femminile nella nostra provincia, cosa che francamente è stata minimizzata da una inconsistente ed artificiosa polemica sul parcheggio, che nulla ci azzeccava. Banalizzare in questo modo certi importanti questioni comporta, come si suol dire, di far buttare, insieme all’acqua sporca, anche il bambino!

Di tutta questa polemica l’unico che alla fine ne esce soddisfatto è proprio l’imputato, il sindaco di Varese, Davide Galimberti, che vede amplificata la “reclame” sul suo nuovo parcheggio!

Ma una analoga e ancor più rilevante situazione l’abbiamo potuta riscontrare a livello nazionale dove un improbabile nuovo messia (in arte Fedez) proprio nel corso della manifestazione più importante del 1° Maggio ha pensato di creare una situazione di polemica e contrasto su un tema che nulla aveva a che vedere con il contesto della giornata, stornando così l’attenzione dai problemi dei lavoratori e del lavoro, veri motivi di grande preoccupazione in questo infausto periodo.

Anche in questo caso qualche politico, Matteo Salvini in primo piano, accettando la zuffa con il messia ha messo in secondo piano i veri problemi del lavoro che, oltre al resto, proprio in questi giorni si aggravano con tragiche “morti bianche” che colpiscono famiglie di lavoratori, malauguratamente vicine anche alle nostre città.

Con amarezza pare di poter concludere che stiamo vivendo un momento nel quale la politica, per farsi ascoltare, debba puntare al banale soffocando il reale, all’inseguimento di un presunto guadagno in termini elettorali, con ciò dando poco rispetto all’intelligenza delle persone. Triste inoltre sarebbe pensare che, di questo passo, un messaggio a reti unificate della premiata ditta Ferragnez possa presto superare, in audience, quello di fine anno del Presidente della Repubblica,

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