Generale Galvaligi, il ricordo di Brinzio a 40 anni dalla sua morte: «Pietra miliare»

brinzio generale galvaligi ricordo

BRINZIO – «Il suo senso del dovere, lo spirito di servizio e la sua abnegazione incondizionata nel servire lo Stato lo elevano a modello positivo a cui i nostri giovani possono ispirarsi nel cammino della loro vita». Con queste parole, ieri mattina, domenica 28 novembre, il sindaco Roberto Piccinelli ha concluso il suo intervento in occasione della commemorazione del quarantesimo anniversario della morte del generale dei carabinieri Enrico Riziero Galvaligi, ucciso a Roma, dalle Brigate rosse, la sera 31 dicembre 1980.

La cerimonia

La cerimonia, rinviata lo scorso anno a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia di coronavirus, si è svolta in una gelida mattinata, con il paese imbiancato dalla neve caduta nel corso della notte. Numerose le autorità civili e militari e le rappresentanze di associazioni d’Arma presenti perché, come ha evidenziato, all’omelia della messa celebrata nella chiesa parrocchiale, il direttore spirituale per il biennio e la propedeutica del seminario diocesano di Como, don Alberto Erba, «era un atto dovuto per obbedire ad un’autorità superiore, la memoria del generale Galvaligi». Una presenza qualificata e rappresentativa del panorama istituzionale provinciale anche se, era impossibile non rilevare qualche assenza di troppo.

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I presenti

Tra gli altri, hanno partecipato il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Gianluca Piasentin, il comandante della compagnia di Luino, capitano Alessandro Volpini, con il comandante della stazione di Cuvio, maresciallo Roberto Notturno, il capo di gabinetto della questura di Varese, commissario capo Francesco Pino, l’ispettore regionale per la Lombardia dell’Associazione nazionale carabinieri, generale Nazzareno Giovannelli, e il presidente di Assoarma e Unuci Varese, Vincenzo Agrifoglio.

«Un padre di valore»

«Penso che a Brinzio faccia solo piacere – ha continuato don Alberto – poter riconoscere in Galvaligi un padre di valore. Per il generale, che ha saputo sacrificare la propria vita, proviamo ammirazione. Egli è come una stella, nella quale possiamo vedere un segno della presenza di Gesù in mezzo a noi». Al termine del rito, nella piazza e davanti al monumento a lui dedicati, dopo la deposizione di una corona d’alloro da parte del presidente emerito Emanuele Azzoppardi e del consigliere Giorgio Mainoli della sezione di Cuvio dell’Anc, il sindaco ha ricordato la figura del generale, «signore riservato, misurato, dai modi garbati, affettuosamente legato a Brinzio e ai suoi amici». Dopo aver riconosciuto che «incredulità, orrore e senso di impotenza hanno lasciato il posto a sentimenti di pietà cristiana e solidarietà incondizionata alle vittime» di quel tragico 1980 che si concluse, la sera dell’ultimo giorno dell’anno, con la barbara uccisione dell’ufficiale dell’Arma che coordinava la sorveglianza delle carceri di massima sicurezza dove erano detenuti i principali esponenti di quella stagione del terrore che caratterizzò la vita politica e sociale del nostro Paese dalla fine degli anni Settanta, Piccinelli ha affermato che «non dobbiamo, non possiamo e non vogliamo dimenticare l’allucinante sequenza di quegli avvenimenti».

Il ricordo

Dopo aver ricordato anche la particolare amicizia che legava Galvaligi al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa con il quale «aveva condiviso esperienze, successi, e drammi della vita e della carriera», il sindaco ha definito il generale «pietra miliare a cui fare riferimento e da cui prendere esempio». Anche il generale Giovannelli ha ricordato Galvaligi come «eroe, uomo di spessore, un grande uomo che ha trovato il coraggio di donare il bene più prezioso che aveva, la sua vita, per la sua comunità, per il suo Paese». Alla cerimonia commemorativa, con il cugino Ubaldo Mosca, era presente anche il figlio del generale Galvaligi, Paolo, anch’egli generale dell’Arma in congedo che ha donato alla comunità brinziese la medaglia d’oro per le vittime del terrorismo alla memoria conferita al padre, «per le idee e per l’impegno morale», su proposta del ministro dell’Interno, Roberto Maroni e con decreto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del 29 marzo 2010. La cerimonia si è conclusa, nel locale cimitero, con l’omaggio alla tomba dove riposano il generale e la moglie Federica.

Brinzio ricorda i 40 anni dalla scomparsa del generale dei Carabinieri Galvaligi

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