Brinzio ricorda i 40 anni dalla scomparsa del generale dei Carabinieri Galvaligi

Brinzio Galvaligi

BRINZIO – Il 31 dicembre 1980 il Generale dei Carabinieri Enrico Riziero Galvaligi veniva assassinato a Roma nell’androne del suo palazzo per mano delle Brigate Rosse. Nel piccolo Comune di Brinzio, dove Galvaligi riposa insieme alla moglie, la ricorrenza non si è potuta celebrare lo scorso anno a causa del Covid. Il quarantesimo anniversario verrà quindi ricordato quest’anno, con un evento in programma domenica 28 novembre.

Cerimonia a fine mese

Brinzio vuole in questo modo omaggiare uno dei suoi compaesani più celebri, la cui memoria in paese non è mai venuta meno. «Sono trascorsi ormai molti anni da quel tragico avvenimento – commenta il sindaco Roberto Piccinelli – ma nonostante ciò rimane immutato l’affetto che la nostra Comunità nutre nei suoi confronti». Lo scorso anno, con le disposizioni in vigore circa il Covid, non si è potuto ricordare il generale nel quarantesimo anniversario della morte. «Ma non possiamo far passare sotto silenzio una ricorrenza simile ed è perciò che il Comune di Brinzio intende organizzare nella mattinata di domenica 28 novembre prossimo una cerimonia». Il ritrovo è previsto per le 9.30 nella piazza principale del paese, che porta proprio il nome di Galvaligi, dove è presente un monumento a lui dedicato. Seguiranno una messa nella chiesa parrocchiale e l’omaggio in piazza Galvaligi e al cimitero.

Brinzio Galvaligi

Il generale che amava Brinzio

Enrico Riziero Galvaligi nacque a Solbiate Arno l’11 ottobre 1920. Il padre, Paolo, era un operaio ed aveva sposato una ragazza di Brinzio: Diomira Fidanza. Galvaligi si diplomò all’Istituto Magistrale di Varese. Orfano a 19 anni, intraprese la carriera militare percorrendo la scala gerarchica fino ai massimi gradi. Generale dei Carabinieri, era il responsabile del coordinamento dei servizi di sicurezza per gli istituti di prevenzione e di pena: in sostanza assicurava la sorveglianza e i dispositivi antievasione all’esterno delle carceri di massima sicurezza dove erano rinchiusi i più pericolosi terroristi. A quel delicato e pericoloso incarico era stato chiamato dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di cui a lungo ed in molte altre città era il più diretto collaboratore. A uccidere Galvaligi la sera del 31 dicembre 1980 a Roma furono due terroristi delle Brigate Rosse. Morì tra le braccia di sua moglie Federica. Ora riposano assieme presso il cimitero di Brinzio, dove avevano una casa di proprietà in cui Galvaligi era solito trascorrere i periodi di riposo dal lavoro.

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