Nella villetta confiscata alla ‘ndrangheta il “rifugio” per i minori maltrattati

bruno carugo minori timmi

CARUGO (Como) – Ora hanno un altro luogo sicuro i bimbi dagli 0 ai 5 anni allontanati dalla propria famiglia, su provvedimento dell’autorità giudiziaria, spesso vittime di violenza e maltrattamento: un reato che nel 2019 nella sola Lombardia ha colpito 327 minori. È stata infatti inaugurata a Carugo, in provincia di Como, la Casetta di Timmi, la prima comunità educativo-familiare di Terre des Hommes, organizzazione internazionale dal 1960 in prima linea per proteggere i minori di tutto il mondo dalla violenza, dall’abuso e dallo sfruttamento e per assicurare loro scuola, educazione informale, cure mediche e cibo, e di Comin cooperativa sociale fondata a Milano nel 1975 e che lavora per accogliere e ascoltare i soggetti più fragili, generare fiducia in loro stessi e negli altri, ritessere i legami primari quando sfilacciati.

Situata in una villetta confiscata alla ‘ndrangheta, questa struttura ospiterà una famiglia selezionata che, opportunamente supportata da una rete di operatori qualificati, garantirà la necessaria cura e protezione ai piccini per tutto il periodo della loro permanenza: accoglierà fino a 6 bambine e bambini, che in questo luogo si spera potranno trovare la serenità, la fiducia nel mondo degli adulti e riacquisire un ritmo di vita adatto alla loro età. L’obiettivo è recuperare il benessere psicofisico dei piccoli accolti, nell’ottica di favorire un rientro sicuro nella propria famiglia, quando possibile, oppure di accompagnarli nel delicato cammino verso un affido o un’adozione. Le attività coinvolgeranno educatori, psicologi, pediatri, famiglie e volontari che forniranno un’assistenza completa ai bimbi e alla famiglia ospitante.

“La Casetta di Timmi rappresenta per Terre des Hommes un traguardo importante nella strategia di contrasto e prevenzione della violenza sui bambini della nostra Fondazione – spiega Federica Giannotta, responsabile Advocacy e Programmi Italia dell’ente -. Questo progetto, infatti, ci permette finalmente, di offrire quella cura, assistenza e protezione che ogni bambino fragile, allontanato dalla propria famiglia, dovrebbe avere. Dopo molti anni dedicati allo studio del fenomeno del maltrattamento, oggi possiamo aggiungere al nostro impegno di advocacy, patrocinio, istituzionale, anche un contributo diretto a supporto di quei bambini per la cui dignità ci spendiamo ogni giorno”.
“L’iniziativa – aggiunge Claudio Figini, vicepresidente della cooperativa sociale Comin – rappresenta un nuovo importante passo nel cammino di accoglienza che dal 1975 stiamo percorrendo. La casetta di Timmi si fonda su tre pilastri, quello professionale costituito dall’equipe educativa, quello famigliare determinante soprattutto per garantire una crescita sana, vista l’età dei bambini accolti, e infine quello composto dalla comunità sociale circostante. Siamo molto contenti di poter attuare questo progetto con Terre des Hommes. Due storie diverse che si incrociano su un terreno valoriale comune”.

La Casetta di Timmi – è stato puntualizzato – vuole rappresentare un modello di gestione educativa: la comunità si avvale di un’equipe con operatori professionali qualificati e costantemente formati, che affiancano la famiglia per garantire una gestione condivisa e corresponsabile della comunità. L’equipe educativa è inoltre supportata da una supervisione psicologica e legale, indispensabile sia per un’ottimale presa in carico delle situazioni dei bambini accolti, sia per monitorare il benessere stesso dell’equipe, garantendo una gestione educativa curata ed efficace. L’esperienza ci insegna infatti che un gruppo di lavoro di adulti affiatati, preparati, corresponsabili, possono costruire un clima educativo caldo e accogliente, primo passo fondamentale perché il senso di cura si trasmetta anche agli ospiti della comunità.

L’iniziativa vuole essere altresì un’occasione di apertura alla comunità locale: il suo intervento, infatti, si integra con i servizi del territorio ed è supportato dalla comunità locale allargata. Il percorso di ciascun bambino e bambina ospiti della casa sarà progettato in collaborazione con i servizi di Tutela referenti. Una comunità di accoglienza radicata nel territorio dispone quindi di risorse preziose, quali affetto, prossimità, collaborazioni. “Si tratta di una risposta ferma e decisa dello Stato che afferma il primato della legalità” – osserva Daniele Colombo, sindaco di Carugo -. L’immobile confiscato alle mafie, grazie alla preziosa collaborazione che si è instaurata tra istituzioni ed enti del terzo settore, torna ad essere a disposizione della comunità e svolgerà un’importante funzione sociale. È stato un percorso lungo e difficile che abbiamo voluto affrontare però con determinazione, proprio per cercare di dare un segnale preciso e concreto alle organizzazioni mafiose: lo Stato e il rispetto delle regole vincono sempre”.

Angela Bruno

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