Ri-scatti delle donne di strada in una mostra fotografica al Pac di Milano

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MILANO – Di prostituzione e di tratta delle donne rese schiave e costrette a questa violenza si parla da decenni. E molto poco si fa. Ora una mostra fotografica, forte, vera, certamente agghiacciante ci ricorda il destino di tante giovani e meno giovani. Esseri umani pensanti, sensibili, vulnerabili e tuttora non difesi. Con un particolare in più. Sono proprio sette ‘donne di strada’ ad aver realizzato gli scatti: ottanta immagini per le vie dell’area metropolitana di Milano – in visione ad ingresso libero al Padiglione di arte contemporanea (Pac) della metropoli dal 16 al 25 ottobre – che testimoniano l’indicibile, l’irracontabile.

La rassegna si chiama significativamente ‘Ri-scatti, per le strade mercenarie del sesso’ ed è frutto di un workshop di fotografia organizzato per le vittime di sfruttamento sessuale dall’associazione Lule Onlus di Abbiategrasso (Milano) e da Traffic Light.

Tre rumene, due nigeriane e due transgender peruviane raccontano cosa sono costrette a subire, ma anche spicchi di vita quotidiana. Hanno tra i 19 e i 50 anni, talvolta sono mamme di bambini, qualcuno ancora neonato, o adolescenti. Hanno affitti da pagare e spesso genitori a carico. Vivono per lo più a Milano, alcune nell’hinterland, ma sono prive della libertà perché sono schiave di uno dei mercati più spietati al mondo, strappate dai loro Paesi con promesse, inganni e violenze: usate, picchiate e derubate.

L’esposizione, curata dal conservatore del Pac, Diego Sileo, ha un risvolto charity: le istantanee esposte durante la mostra sono messe in offerta e il ricavato è utilizzato per supportare le attività dell’associazione Lule Onlus a sostegno ovviamente delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

Probabilmente è necessario accendere un focus su questo drammatico fenomeno. Dare qualche numero. In Italia le vittime di tratta sessuale sono circa 70.000, di cui solo 4.000 in Lombardia. Una su 4 è minorenne. Il 42% viene dalla Nigeria, il 49% dall’Est Europeo, il 4,5% dall’Albania, il 2% dall’America del Sud. I clienti sono 9 milioni. Ecco perché la rassegna ha una importanza ancora maggiore: getta un faro di luce in un mondo buio.

Con queste Donne – con la D maiuscola – si è entrati in contatto grazie alle educatrici del progetto Traffic Light, che le assiste ogni notte sulla strada. Si è riusciti a tenere con loro a tenere un corso di fotografia anche ‘on the road’, la notte, in un camper.

Lo sfruttamento della prostituzione è un reato disciplinato dalla legge n. 75 del 1958. Il sistema italiano in aiuto alle vittime di tratta è considerato come un esempio da seguire a livello internazionale, per via della centralità attribuita alla vittima e alla costante attenzione per il rispetto dei suoi diritti. L’intero sistema si articola sui programmi di emersione e prima assistenza (previsti dall’articolo 13 della Legge 228/2003) e sui programmi di assistenza e integrazione sociale (previsti dall’articolo 18 del decreto legislativo 286/1998).

Il Dipartimento delle  Pari Opportunità finanzia in tutta Italia progetti condotti dagli Enti Anti Tratta. I progetti Anti Tratta operativi sulle 12 province della Lombardia sono due: “Derive e Approdi” (capofila Comune di Milano) e “Mettiamo le Ali” (capofila Associazione Lule).Un lavoro utile, importantissimo. Ma non sufficiente. Bisogna fare di più e non basta la stampa a denunciare il degrado della prostituzione e le stesse donne costrette alla ‘vita’ a farsi prime attrici di iniziative di informazione e di protesta  o la polizia e i carabinieri a svolgere il loro fondamentale ruolo di repressione degli sfruttatori  Devono scendere in campo  la politica e le istituzioni: con leggi adeguate e interventi conseguenti sul territorio. Non domani, oggi.

Angela Bruno

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