Busto, 5 Stelle e Cornacchia contro Speroni: «Le farmacie non si tagliano»

BUSTO ARSIZIO – S’intensificano le polemiche sul caso farmacie: l’ultimo intervento del segretario cittadino Francesco Enrico Speroni, che ha risposto in modo netto al Movimento Cinque Stelle, ha provocato nuove reazioni nel dibattito politico cittadino. Non solo i “grillini” di Busto, ma anche il consigliere indipendente Diego Cornacchia (gruppo misto) hanno replicato a tono al leader bustocco della Lega. «Nessun No per partito preso alla nuova farmacia – chiariscono i Cinque Stelle – abbiamo detto No alla chiusura di altre due (Sacconago e Santa Croce/Borsano, ndr), che è una cosa molto diversa». A Speroni non le mandano a dire nemmeno sul suo riferimento a Luigi Di Maio: «Non capiamo in tutto questo cosa c’entri il Ministro degli EsteriSul tema interviene anche Diego Cornacchia, che ribalta la versione di Speroni: «È lui a sostenere una tesi favorevole per partito preso, quantunque l’idea possa apparire sconsiderata».

Una farmacia in più, non in meno

Ad accomunare le due prese di posizione, il tema di fondo secondo cui i servizi pubblici non si tagliano o si spostano, ma al limite si potenziano. Non viene, insomma, messa in discussione l’ipotesi di un nuovo punto in area Mizar, quanto l’idea di rinunciare ai due esercizi di via padre Giuliani a Sacconago (da cedere o affidare in gestione ad un privato) e viale Boccaccio a Santa Croce. «Discutiamo di una farmacia in più e non in meno» l’appello del Movimento Cinque Stelle. «I pubblici servizi, semmai si accrescono ma non si riducono od eliminano allorquando istituiti a ragion veduta, soprattutto se posti a tutela della salute dei cittadini» sostiene Diego Cornacchia. E il dibattito sembra destinato a continuare.

La replica del M5S

Apprendiamo dalla stampa e direttamente dalla bocca del segretario cittadino della Lega Nord Francesco Speroni che per quanto riguarda la farmacia di via Giuliani di Sacconago il problema di redditività non esiste, bene a sapersi.

Non abbiamo detto di NO per partito preso all’apertura di una nuova farmacia, abbiamo detto di NO alla chiusura di altre due, che è una cosa molto diversa.

Dopo aver analizzato quei pochi dati che ci sono stati forniti col bilancio, ovvero solo i ricavi e il numero complessivo di ricette, e non avendo potuto accedere ai costi, non possiamo valutare margini e utili; quindi non possiamo parlare di redditività ma solo di dimensioni del bacino d’utenza servito.

Visto che l’accusa del segretario Speroni sposta il problema dalla redditività a quello di dare un maggiore e migliore servizio vuol dire che abbiamo centrato il punto.

Resta da capire come i cittadini di Sacconago e Borsano possano avere un migliore e maggiore servizio con una farmacia dall’altra parte della città, e una rete di mezzi pubblici scadente e poco fruibile.

Se si vuole aprire una farmacia in più abbiamo voluto partire dalla copertura del servizio sul territorio e abbiamo visto che la concentrazione maggiore degli esercizi si ha nel centro città mentre i quartieri periferici, spesso a maggior densità abitativa, sono scoperti. A maggior ragione un’amministrazione che dispone di due delle poche farmacie esistenti in quei quartieri, se è fedele alla sua mission, dovrebbe potenziarle non chiuderle.

Speroni cita uno studio di fattibilità che ci piacerebbe poter visionare per poter tornare a discutere, ripetiamo, di una farmacia in più non di una in meno, ma le carte non si possono vedere perché “sono riservate, è una decisione dell’amministrazione” sosteneva solo qualche giorno fa l’ex eurodeputato.

Non è compito di Agesp guadagnare ma dare servizio, se il tema quindi non è la redditività perché dismetterle per cederle ad un privato? Ricordiamo a Speroni che AGESP sta per Azienda Gestione Servizi Pubblici.

Oltre ad aver fatto la mappa delle farmacie ci siamo chiesti perché siano tutte dislocate in centro e abbiamo guardato anche la dislocazione dei medici di base sul territorio; i loro studi, singoli o associati, sono in larga parte in centro.

I medici si spostano dove ci sono i servizi, e ai pochi medici di periferia rimasti vengono tolti anche quelli.

Infine non capiamo in tutto questo cosa c’entri il Ministro degli Esteri, stiamo parlando di Sacconago e Borsano, quartieri così periferici per Speroni da essere equiparati ad altri Stati?

Busto Arsizio a 5 Stelle

La riflessione di Cornacchia

L’anatema del segretario cittadino della Lega, Francesco Speroni, nei confronti dei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle per aver detto NO alla proposta della Azienda municipalizzata Agesp di fare a meno di due farmacie dai quartieri Borsano e Sacconago (di cui quest’ultima da cedere ai privati) è, per contro, indice di Chi, a priori, vuol sostenere una tesi favorevole per partito preso!

Speroni richiama sul punto l’autonomia di Agesp per statuto: tuttavia non considera che la vantata autonomia su cui si fonda l’idea di Agesp, attraverso la gestione amministrativa leghista, consta solo nel proporre ma NON nell’imporre come pare si voglia fare sostenendo a priori ed a tutti i costi l’idea, quantunque possa apparire sconsiderata.​ ​

Si afferma che “l’idea”, come viene definita allo stato attuale, è supportata da uno studio che la giustifica e la rende praticabile. In ciò tuttavia NON considerando che i pubblici servizi, semmai si accrescono ma non si riducono od eliminano allorquando istituiti a ragion veduta, soprattutto se posti a tutela della salute dei cittadini.

Cosa diversa è per gli sportelli bancari o ad altri simili a cui Speroni rivolge il proprio riferimento per gli abituali spostamenti mancando di considerare che quelli sono di natura meramente commerciale e rispondono solo a criteri di utilità economica.

Orbene. Ben venga “l’idea” di aprire una “nuova farmacia” nell’area Mizar di Beata Giuliana, ancora da divenire e da “riscoprire”; tuttavia senza penalizzare i due quartieri di riferimento, (peraltro a suo tempo Comuni viciniori al Comune di Busto).

A mio avviso, nel caso specifico NON si tratta di partito preso da parte di Coloro che già d’ora ritengono azzardata la cosiddetta “idea” di Agesp, tanto supportata, questa volta sì a priori dal Responsabile della sezione della Lega cittadina. In codesta fase trattasi di esporre ed esprimere, ritengo​ a giusta ragione, perplessità​ di buon senso e di corretta logica amministrativa. Le quali NON sono riferibili certamente alla redditività delle due farmacie in questione ma dalla proposta di dover privare/ridurre ben due importanti settori vitali della città di un servizio essenziale per la salute pubblica. Il Comune ha l’obbligo morale di mantenere a proprio carico entrambe le farmacie di cui si parla, poi non è detto che una venga venduta proficuamente.

Diego Cornacchia

Farmacie a Busto, Speroni contro M5S: «No per partito preso. Ragionano come Di Maio»

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