Busto al Centro: «La Lega spieghi perché vuole aprire una farmacia alla Mizar»

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BUSTO ARSIZIO – “Dicono che le farmacie di Sacconago e Borsano sono “improduttive” e al loro posto ne vorrebbero aprire una alla Mizar che al momento non dà alcuna garanzia sui ritorni economici”. L’operazione farmacie, per ora solo ipotizzata (in un incontro di maggioranza e non al bancone del bar), non convince per niente Busto al Centro. Che sull’argomento vede almeno tre punti sui quali è bene fare chiarezze. A partire dalla scelta logistica: “Perché proprio alla Mizar e non in un’altra zona in prospettiva di recupero e sviluppo come ad esempio l’area delle Nord?“.

Supposte elettorali

La proposta, che al momento è un’ipotesi mal digerita da tutti i partiti di centrodestra, tranne che dalla Lega, per come è nata ha, secondo gli esponenti di Busto al centro, il sapore di una “bombetta” elettorale. « Crediamo – scrivono in una nota ufficiale – che la questione possa inserirsi in un contesto di strategie pre-elettorali interne o esterne alla parte proponente (ovvero la Lega). In questa ipotesi, riterremmo la cosa inaccettabile data la connotazione sociale dell’argomento. Al proposito riterremmo opportuno che i Comitati presenti nei quartieri interessati, esprimessero la loro opinione come puntualmente avviene su altri argomenti presenti sul loro territorio». Niente nomi e cognomi (ci mancherebbe) ma l’invito a prendere posizione sembrerebbe rivolto al gruppo “No Accam” più anziano di Borsano.

Una funzione anche sociale

Abbiamo appreso che nell’ambito di un incontro di maggioranza, la Lega ha proposto di  valutare l’ipotesi della chiusura delle farmacie di proprietà Agesp (ex Farmacie comunali) a Sacconago e Borsano,  a fronte di un ingente investimento da parte della società stessa, per l’apertura di una nuova farmacia situata in un futuro insediamento privato localizzato sulla Statale del Sempione (zona  Beata Giuliana).

Operazione rispetto alla quale BaC si dice nettamente contraria. E dopo aver sottolineato alcune valenze politiche (non meno importanti al fine del “niet”), il gruppo dei civici bustocco spiega i motivi della presa di posizione.

Non è solo una questione di soldi

«Innanzitutto la motivazione essenzialmente economica dell’operazione – continuano – posto che abbia un riscontro positivo e che si possa verificare, non può essere quella determinante,  se si tiene conto che Agesp è una società interamente comunale e come tale con l’obbligo di rispettare e valutare le finalità sociali che a suo tempo presiedettero all’apertura delle farmacie stesse e che ancor oggi devono essere ritenute prioritarie». E ancora: «La dichiarata scarsa redditività delle due realtà deve essere affrontata sul piano dei criteri gestionali, avvicinando gli stessi, se non equiparandoli, a quelli di una farmacia privata in termini di prodotti offerti, campagne promozionali, elasticità negli acquisti».

 Il rischio flop

«Non si vede poi come la maggior valenza economica del nuovo investimento possa oggi essere correttamente valutata, non essendosi ancora avviate le opere di costruzione del nuovo insediamento privato ed essendo conseguentemente e credibilmente del tutto incerti gli investimenti di Agesp (affitti, allestimenti etc), ma soprattutto l’entità e i tempi dei rientri economici, in particolare per quanto concerne l’entrata a regime degli incassi in funzione dell’avvio dell’intero insediamento e delle sue caratteristiche che prevedono flussi di transito e non di residenza. A proposito di questo ultimo punto non si deve dimenticare che, per citare dati della stampa specializzata, le farmacie nei centri commerciali sono notevolmente meno produttive di quelle di “vicinato”, proprio perché queste ultime svolgono una funzione sociale e fiduciaria inserita nei tessuti comunitari dei quartieri».

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