Castellanza, centrodestra in frantumi. Lista accusa: «Lega miope e arrogante»

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Al centro Luciano Lista e a destra Giovanni Manelli

CASTELLANZA – Tra Luino, Somma Lombardo e Castellanza c’è una differenza. Ovvero qui il centrodestra è andato in frantumi prima ancora che la campagna elettorale abbia inizio. «E anche questa volta – tuona il presidente cittadino di Fratelli d’Italia Luciano Lista – per responsabilità della Lega locale e del suo segretario provinciale Matteo Bianchi. Il quale ufficialmente predica unità della coalizione, ma in pratica mette veti e pretende di dettare legge in casa d’altri».

E ora il kintsugi, ovvero l’arte giapponese di riparare i cocci, diventa davvero un’impresa quasi impossibile per il centrodestra locale. Senza contare che lo tsunami castellanzese potrebbe avere ripercussioni anche in altri Comuni dove tra Lega e Fratelli d’Italia si è arrivati ormai ai ferri cortissimi (vedi Cislago). E che, come si legge nel comunicato di Fratelli d’Italia, una parte del Carroccio cittadino “inciucia” con il sindaco Cerini. Insomma altro che polveriera, una vera Santa Barbara.

La tecnica della “non aggressione” leghista

L’ultima nota stampa del Carroccio è stata confezionata con maestria politica. Non una parola fuori dalle linee dettate dalla segreteria provinciale, che qualche giorni prima ha dettato il veto su Lista. Non un nome.E nemmeno un cognome degli esclusi. E neppure un’indicazione politica di voler correre da soli. Anzi la Lega si è posta come forza di coesione per un centrodestra allargato. Ma a pesare più che le presenze, sono state proprio le assenze o le mancate citazioni in positivo in quello che tutti hanno letto come un manifesto politico per le prossime elezioni. Mancate citazioni appunto, che, abbinate a “vogliamo una lista di soli castellanzesi” ha dato vita al tilt politico nella coalizione.

Insomma il veto di residenza, infatti, è un vero e proprio strale contro Luciano Lista che è di Cislago, ma anche contro Giovanni Manelli, vicinissimo a Lista, rappresentante di Fratelli d’Italia in consiglio, assessore alla Sicurezza prima della vittoria di Mirella Cerini in coalizione proprio con la Lega. Un taglio netto con il passato, ma anche con il presente, poiché il centrodestra in minoranza ha fino a questo momento lavorato compatto.

La lista di accuse di Big Luciano

Big Luciano è furibondo con l’intero Carroccio, ma convinto del peso e della forza del suo partito. Incassa il colpo e reagisce. E le sue parole sono cannonate su una coalizione che a questo punto, più che imbarcare acqua, affonda.

«La Lega ha deciso di correre da sola e sopratutto senza fratelli d’Italia. Ha posto preclusioni personalistiche, il suo segretario provinciale Bianchi ha infranto il patto della pizzeria di Milano e sta tentando di mettere “le mani” nel nostro partito. A questo punto i leghisti, a tutti i livelli, si dovranno assumere la responsabilità di questo atteggiamento arrogante e miope che ha causato la rottura e, qualora si dovesse verificare, della sconfitta elettorale». Quattro righe di sintesi, dichiarate fuori comunicato stampa ufficiale, pesanti come piombo sul matrimonio politico andato a ramengo. Concetti che Lista argomenta anche nella nota ufficiale.

La nota di Fratelli d’Itali

La sezione locale della Lega ha deciso di correre per le prossime amministrative da sola, aprendo alle sole forze civiche. Scelta che rispettiamo.

Visto il loro comportamento inaffidabile tenuto alle amministrative di settembre, non possiamo che esprimere un plauso a tale scelta, ricordando come la Lega abbia buttato alle ortiche, senza preavviso e con un colpo di coda, gli accordi provinciali e che Matteo Bianchi con atteggiamento di sufficienza bollò come personalismi locali.

Fratelli d’Italia, con determinazione e autonomia continuerà il proprio cammino verso l’appuntamento delle amministrative del 2021, nella consapevolezza di essere coerente e determinante nello scenario politico locale e nazionale.

Non siamo subalterni e attribuiamo alle forze di centro destra, pari dignità. Il giochino della provocazione radicato negli atteggiamenti leghisti, ci lascia indifferenti.

La loro insofferenza al dialogo e al confronto continua a manifestarsi sotto forme diverse, spesso farcita da atteggiamenti di supremazia e disprezzo per l’interlocutore, personalizzando il senso politico nella sua accezione più alta, confinandolo a mero interesse di parte.

Consapevoli che tale atteggiamento contraddice le stesse dichiarazioni di Matteo Bianchi tese a sottolineare la necessità di andare uniti a tutti i costi alle amministrative del 2021, registriamo il singolare veto che quest’ultimo ha posto sul coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, che stride e afferma l’esclusione di un intero partito dal tavolo che ormai non può considerarsi più del centrodestra.  Spesso a pensar male si indovina e noi pensiamo che la spaccatura interna alla Lega, la cui parte legata al mondo dello sport che preferisce le politiche adottate da Mirella Cerini, abbia provocato questa scomposta e incomprensibile reazione della parte rimanente, che consegnerà a Mirella Cerini il secondo mandato.

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