Abuso d’ufficio per Antonelli, non è finita. Opposizione di Coop: decide il gip

busto antonelli abuso ufficio

BUSTO ARSIZIO – Abuso d’ufficio a carico del sindaco di Busto e presidente della Provincia di Varese Emanuele Antonelli: Coop si oppone alla richiesta di archiviazione depositata dalla procura. Quella formulata dal legale di Coop Giacomo Lunghini è un’opposizione in punto di diritto che si basa sulla sentenza numero 8057 della sesta sezione penale della Corte di Cassazione depositata lo scorso 28 gennaio.

Opposizione in punto di diritto

Ovvero nove giorno dopo il deposito della richiesta di archiviazione da parte del sostituto procuratore bustocco Martina Melita che ha coordinato le indagini. La richiesta di archiviazione è infatti datata 19 gennaio. Il pm scrive chiaramente che il reato di abuso d’ufficio è provato (in tal senso ci sono anche le testimonianze rese dall’ex assessore ai Lavori Pubblici Alberto Riva e da un geometra del Comune: entrambi hanno dichiarato alla Guardia di Finanza che il sindaco non voleva la rotatoria e aveva esplicitamente chiesto di trovare un cavillo per rallentare l’opera). Il “restyling legislativo” dovuto al decreto Semplificazione del luglio 2020 (divenuto legge nel settembre dello stesso anno) spunta però le armi dell’azine penale. Scrive il magistrato: Antonelli ha ostacolato in ogni modo la realizzazione della rotatoria, «violando il principio dell’imparzialità nell’agire amministrativo» ma questa condotta «non è più prevista come reato».

La sentenza della Cassazione

La sentenza di Cassazione citata in opposizione aggira il punto affermando che «Il delitto, così come modificato dal d.l. 16 luglio 2020, n. 76, convertito nella legge 11 settembre 2020, n. 120, è configurabile non solo nel caso in cui la violazione di una specifica regola di condotta sia connessa all’esercizio di un potere già in origine previsto dalla legge come del tutto vincolato, ma anche nei casi in cui l’inosservanza della regola di condotta sia collegata allo svolgimento di un potere che, astrattamente previsto come discrezionale, sia divenuto in concreto vincolato per le scelte fatte dal pubblico agente prima dell’adozione dell’atto (o del comportamento) in cui si sostanzia l’abuso di ufficio». Per il legale di Coop questo potrebbe portare a una decisione affatto scontata da parte del Gip.

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