Busto, Antonelli è stufo dei partiti. Sale la tensione, ma il centrodestra abbozza

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Emanuele Antonelli

BUSTO ARSIZIO – Ecco l’Antonelli che ti aspetti. Il sindaco che non usa perifrasi e sfodera il manganello contro i partiti “che non lo rispettano”. Lo dice alla Prealpina con una serie di dichiarazioni a commento della querelle sull’ormai famosa lista del sindaco, che dovrebbe sostenerlo alle urne con il suo nome nel logo. Lista che, secondo gli accordi a livello provinciale nel centrodestra, dovrebbe escludere candidati consiglieri che abbiano già avuto esperienze politiche o, ancora, transfughi di altri partiti. Insomma, è richiesta gente nuova, di matrice civica a sostegno del candidato primo cittadino.

La diatriba va avanti da qualche settimana. A Varese e Gallarate, le altre due importanti città della provincia che vanno al voto, pare non ci siano problemi di sorta. A Busto Arsizio, invece, c’è chi fa i capricci. E batte i pugni sul tavolo. La bustocca lista del sindaco, già bella e pronta, contiene personaggi che, in un modo o nell’altro, formano il cerchietto magico di Antonelli a Palazzo Gilardoni; alcuni dei quali, con l’obiettivo di restare nell’orbita di possibili incarichi anche di risulta, sono in procinto di sbattere la porta in faccia ai partiti di provenienza. Per la precisione, Forza Italia. Lista pronta, al momento chiusa in un cassetto in attesa di essere sdoganata. Il via libera però non arriva. E Antonelli, che non conosce la virtù della diplomazia, sbotta: “Ho sempre rispettato i partiti, ma loro non stanno rispettando me. Adesso comincio a essere stufo”. Una ‘stanchezza’ che si manifesta anche in dichiarazioni contro Forza Italia in particolare. E contro il suo massimo esponente cittadino, Gigi Farioli (“Dica cosa vuole fare da grande. Sinora ha preso il due di picche da tutti i partiti che ha contattato”). Uno schiaffo in faccia all’ex sindaco berlusconiano, nelle circostanze ritenuto un signor tentenna rispetto all’esigenza politica di mostrare muscoli e chiarezza di vedute.

Sia come sia, la presa di posizione pubblica di Emanuele Antonelli ha surriscaldato il clima politico locale, già incandescente per ragioni puramente climatiche. C’è chi si è arrabbiato, chi ha telefonato alle redazioni, chi ai segretari provinciali, chi ha commentato, chi ha invocato strappi e chi, molto più prudentemente, ha abbozzato. “Antonelli è così: prendere o lasciare”. A Busto, i partiti di centrodestra, non lo mollano. Mugugnano, masticano amaro e, infine, abbozzano. Consapevoli che partono favoriti alle urne, che, di fronte allo spezzatino della sinistra, hanno molte chance di fare strike al primo turno. Conservando così le rendite di posizione sinora acquisite. Una consapevolezza che comprende anche l’eventualità che, una volta riconquistato Palazzo Gilardoni, Emanuele Antonelli sfoderi tutto il suo decisionismo che, in alcuni casi, si declina col dispotismo. Per neutralizzare il quale ci vuole coraggio e non solo. Altrimenti si finisce sottomessi. Esattamente quello che accadrà una volta che il sindaco, già oggi stufo dei partiti, tornerà a sedersi nel bunker istituzionale di via Fratelli d’Italia. Scenario di cui anche il primo cittadino è consapevole. E per questo chiosa. “Non voglio rompere con nessuno”. Ma quando mai.

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