Busto, l’Arabini furiosa: «Io non dico bugie, vero signor sindaco?» E accusa gli ex colleghi

busto arabini furiosa antonelli

BUSTO ARSIZIO – Stai a vedere che ha ragione Emanuele Antonelli quando, di fronte a certe delicate situazioni, sostiene sia meglio evitare esternazioni. Perché, a volte, una parola di troppo, magari detta in buona fede, appicca l’incendio. Come nel caso del saluto del sindaco all’assessore dimissionaria Miriam Arabini, saluto indotto anche da chi, come Malpensa24, aveva invece sottolineato il mutismo del primo cittadino di fronte all’Arabini che sbatteva la porta a Palazzo Gilardoni. Così, Antonelli, prima sulla Prealpina di oggi, sabato 8 giugno, poi su Facebook è corso ai ripari e ha reso noto tutto il suo dispiacere per l’uscita di scena della sua ormai ex collaboratrice. Ma evidentemente ha sbagliato il tono. E i contenuti, affermando, lui poco avvezzo alle affabulazioni, che Miriam Arabini non ha detto il vero. Figurarsi, la diretta interessata s’è subito attaccata al telefono e, con i giornalisti, s’è lasciata andare a una arringa (lei è avvocato) in sua difesa. Per dire cosa? Che non è una bugiarda, che se dice e scrive una cosa quella corrisponde al vero. E che, a questo punto, prenderà le opportune contromisure. Contro Antonelli? «No, nemmeno contro i miei ex colleghi che negli anni mi hanno ghettizzata in giunta».

Io esclusa al Gran Cuncertu

Stessi concetti espressi nella lettera di dimissioni, ghettizzata, addirittura bullizzata. Sindrome del complotto? «Non diciamo fesserie, porto esempi concreti – risponde – La goccia che ha fatto traboccare il vaso? La sera del 26 maggio al teatro Sociale, in occasione del Gran Cuncertu. Gli assessori presenti sono saliti sul palco, escludendo la sottoscritta. L’hanno fatto apposta, mi hanno esclusa deliberatamente. Io ho dovuto pensarci da sola, uscendo sulla scena senza essere chiamata da nessuno e spingendo la carrozzina di un disabile».

Commedia goldoniana

Un po’poco per gridare al complotto. «No, solo uno dei tanti episodi. Dirò di più: dopo le mie dimissioni non mi ha telefonato nessuno, tranne Isabella Tovaglieri e Max Rogora. Questa non è volontà di ghettizzarmi?». E via con nomi e cognomi, come se non ci fosse un domani. O, meglio, come se la convivenza in giunta fosse stata una sorta di passaggio all’inferno.  Poi, il sindaco, con questi saluti che sembrano uno scherzo. «Sono una zuccona? Non dico il vero? Io dico la verità, sempre. Faccio l’avvocato, ho una mia deontologia e una reputazione. I miei comportamenti sono apprezzati da tutti, chiedete ai miei collaboratori dell’assessorato e ne avrete la prova. Altro che balle, le balle le dicono altri». Ma forse voleva dire altre, al femminile. Perché questa baruffa sa tanto di commedia goldoniana, di incomprensioni tra colleghe. Anche noi potremmo raccontare episodi, se non rischiassimo il pettegolezzo e di passare per Novella 2000, come ci definisce (simpaticamente) il signor sindaco. Transeat.
Sviluppi? In un primo tempo esce la minaccia: querela. Poi, in un sussulto di resipiscenza, Miriam Arabini diventa ragionevole: «Meglio chiuderla qui, i cittadini hanno altri problemi che non assistere a certe sceneggiate». Appunto. E non aggiungiamo altro dato che, come diceva il saggio, «su ciò di cui non si deve parlare è bene tacere».

Il post dell’ex assessore Arabini

CARO SINDACO, Dott. Emanuele Antonelli,ancora una volta ti sei fatto strumentalizzare, bene avresti fatto a fermati ad un semplice grazie che avrei accettato. Non posso esentarmi dal ricordarti che, proprio leggendo le motivazioni delle mie dimissioni, hai esordito dicendomi “ti odiano tutti in Comune” , confermando così che sono sana mentalmente e non Bugiarda. Comunico a chi ci legge che a riprova dei miei assunti, i tuoi componenti di giunta tranne due ( Isabella e Max) non mi hanno contattata per un doveroso saluto.
Vorrei con questo che si chiudesse in via definitiva la querelle prima che si rasenti il ridicolo!
Segui il mio consiglio, continua a fare il primo cittadino come sai fare! I cittadini ne hanno bisogno!

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