Busto, il centrodestra prova a “blindarsi” in consiglio con un artificio

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BUSTO ARSIZIO – E’ la doppia convocazione del consiglio l’ipotesi al vaglio della maggioranza per mettersi al sicuro da trappole, tranelli e assenze che nel recente passato hanno destato grattacapi e preoccupazioni alla maggioranza al momento del voto delle delibere in aula. E della possibilità di modificare in tal senso il regolamento se ne è parlato ieri sera, mercoledì 12 settembre, durante la prima riunione di maggioranza post vacanze.

Un artificio che non piace a tutti

La politica cittadina era partita per le vacanze con il dubbio su come dare stabilità, ma soprattutto tranquillità, alla squadra di governo. Cosa non certo da poco, visto che durante alcuni consigli comunali, su passaggi politico amministrativi importanti, le cose non sono sempre filate lisce. Anzi. Non sono mancate situazioni delicate e fibrillazioni dovute ad assenze tra le fila della stesse maggioranza che hanno messo in difficoltà i capi del vapore. Questioni che non sono state risolte durante le ferie, servite più che altro per riflettere su come agire in vista della ripresa e con l’obiettivo di non dover ogni volta fare la conta e sperare nella stampella di Busto Grande, sempre posizionato sulla linea di confine tra maggioranza e minoranza. Di certo il problema esiste e siccome la strada di rimpasto o allargamento al momento pare non essere percorribile, poiché su tale ipotesi, le voci in maggioranza non “cantano” all’unisono, il rimedio posto sul tavolo e quello di mettere mano al regolamento. L’introduzione della doppia convocazione del consiglio, infatti, consentirebbe alla maggioranza di non variare assetto e di neutralizzare quei consiglieri “amici”, non sempre fidati, pronti ad alzare l’asticella per far sentire il proprio peso all’interno dello schieramento di centrodestra e tenere in scacco la maggioranza. Occorre dire che fino a questo punto chi comanda l’ha sempre “sfangata”, le delibere che dovevano passare sono sempre passate. Però gli scossoni hanno lasciato qualche segno, aumentato le tensioni, che per ora sono di nuovo finite sottotraccia e costretto sindaco e assessori a marciare sempre con gli occhi ben aperti.  Tanto che qualcuno interpreta questa mossa come segnale di debolezza. Va anche detto che la soluzione prospettata non è una grande novità, poiché già molti Comuni della zona adottano il sistema della doppia convocazione del consiglio. Questo perché, qualora non ci fossero i numeri alla prima chiamata, alla seconda il quorum utile sia per far partire il consiglio, sia per votare le delibere si abbassa.

Ma non è solo una questione di numeri

Sulla carta, il ragionamento matematico potrebbe funzionare. Anche i vertici dei partiti di maggioranza, ieri sera, si sono detti tutto sommato d’accordo sulla proposta, tanto che nei prossimi giorni affronteranno la questione con i rispettivi militanti. Però la politica, anche a Busto, non è solo una pura questioni di numeri. E non sempre 2 più 2 fa quattro.

Tanto più che, qualora la maggioranza trovasse la quadra sulla doppia convocazione, le modifiche dovranno passare in consiglio. E qui è d’obbligo il condizionale, poiché non è detto che la proposta abbia uno sviluppo lineare e scontato. E’ pur vero però che in questo momento l’introduzione di questo artificio appare come la via più semplice e meno invasiva. Rispetto all’altra ipotesi, ovvero quella di allargare e modificare l’attuale assetto. Opzione che però viene tenuta sottochiave, come piano alternativo da mettere sul tavolo solo in caso di estrema necessità. Questo perché vorrebbe dire aprire scenari oggi solo immaginati, discussi, in alcuni casi ponderati e già valutati, ma ritenuti non ancora del tutto maturi. Ma soprattutto l’ipotesi di ritoccare le geometrie di governo significherebbe mettere in atto il tentativo di far conciliare la ragione dei numeri con l’esercizio della politica. Cosa quest’ultima che una parte della maggioranza, sindaco Antonelli in testa, proprio non vuole affrontare.

 

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