Busto, Comunità giovanile solidale e fedele alla sua missione

busto comunità giovanile

Scrivo per ringraziare Comunità Giovanile. La sua splendente iniziativa, l’accoglienza tutta speciale riservata a chi, senzatetto, si è ritrovato improvvidamente senza appunto più niente sotto cui rifugiarsi, va considerata. Non lo voglio tanto o solamente per l’umano, meritevole ed unico (va detto) gesto compiuto dai giovani di quel famigerato sodalizio bustocco nell’offrire tempestivamente riparo o dignità a coloro i quali, non certo per colpa loro, rischiavano di smarrirsi dentro scelte politiche di legittimo disinteresse, di involontaria superficialità, di contrazione della coscienza civile, di inciampo sociale non evitabile; non più, purtroppo. Ringrazio particolarmente Comunità Giovanile per aver mantenuto fede in sé stessa, mantenuta la fiducia nella sua missione, la fedeltà all’insegnamento originale, di valore, cui si sono riferiti sempre ed ancora nel nome di Giovanni Blini.
Così Giovanni, il giovane biondo “oltremodo politico” si è manifestato nuovamente e pienamente col suo stile e tutta la sua genuina arroganza di testimone di tempi insidiosi, di sentinella nella notte cupa di chi non sa vegliare nemmeno per un’ora sola.
A lui l’onore, mi parrebbe di poter dire, se non fosse linguaggio oggi desueto, scandaloso per i bigotti frequentatori della messa domenicale; vergognoso per me che debbo vergognarmi per tante parole. E allora dico che Comunità Giovanile è stata Comunità Giovanile; e l’onore, questa volta veramente, sta nell’abbassarsi, nell’abbassare la maniglia della porta di Vicolo Carpi 5, nel chinare le proprie facce senza arrendersi di fronte all’ipocrisia di chi crede tanto, ma non crede niente e niente combina. Hanno offerto sé stessi quei giovani comunitari dell’estrema malintesa gioventù bustocca, tempo, spazio, cuore e testa: cosa si vuole di più? Che esprimano ciò che non sono? Che palesino la loro presunta bruttezza di intolleranti spietati? La Pietas la conoscono bene mi pare, eccome. Si palesa la loro diversità, la loro discontinuità dal modello di pubblico dominio. Giovanni Blini sapeva bene cosa rappresentava la sua “area giovanile non conformista”, non calcolatrice, non introversa, mai insofferente.
Vive Giovanni in quei locali! Vive Giovanni in quei ragazzi!
Quando si precipita, qualcuno tiene ed emerge dalle rovinose cadute; si rialza. Questo volevo scrivere, che la forza di Giovanni Blini, di Vittorio Blini che l’ha plasmata, dei tanti giovani desiderosi di  fondare la propria esistenza sulla roccia, resta viva, a disposizione di chi la sa domare ed indirizzare. È venuta fuori in una loro stanza attrezzata a casa comune nel bisogno. Miracolosamente dico, si è manifestata ancora nella sua potenza nascosta, senza alcuna vergogna. Quella forza comunitaria, nella purezza degli intenti, potrebbe e dovrebbe essere la forza di molti increduli, inutili polemisti. Ci pensino.
Ora al netto dei litri di birra versata, dei manifesti muscolari, dei bellicosi propositi, delle vesti nere e spettrali di bande demoniache, di croci multiformi, di fantasie di mondi perduti, viene fuori il vero. Comunità Giovanile sa perdere senza perdersi, sa cambiare senza cambiarsi, sa mettersi a nudo e fare comunque un figurone. È la cosiddetta marginalità per nulla fragile che sa farsi saggia, nella condivisione: qualcuno vuole provare e fare di meglio? Credo che lei saprebbe persino farsi superare, e senza perdere l’animo.

Massimo Crespi

busto comunità giovanile – MALPENSA24