Busto, confermata la condanna a suor Farè. Pagano anche le consorelle

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BUSTO ARSIZIO – Suora abusò della giovane educatrice: confermata anche in Appello la condanna a tre anni e sei mesi già pronunciata in primo grado dai giudici del tribunale di Busto. I giudici milanesi hanno inoltre condannato a risarcire (risarcimento da stabilire in sede civile) anche l’ente, ovvero l’ordine delle Figlie di Maria Ausiliatrice, al quale suor Mariangela Farè (che oggi suora non è più) apparteneva all’epoca dei fatti. Un punto importantissimo: in primo grado la responsabilità civile dell’ordine era stata esclusa.

«Eva ha finalmente avuto voce»

La sentenza di secondo grado è arrivata poco dopo le 17.30 di oggi, martedì 19 marzo. «Confermata la condanna di primo grado per la violenza sessuale subita da Eva Sacconago – dice Tiberio Massironi, avvocato che assiste i famigliari della vittima – Ma soprattutto riconosciuta la responsabilità dell’ordine. Sia chiaro, ciò non significa che l’ordine abusò di Eva, ma che è responsabile della condotta di Mariangela Farè in sede civile. Non penale, ovviamente».
Eva Sacconago si uccise nel giugno 2011, nei diari della giovane educatrice i famigliari trovarono i racconti dell’ossessione che l’allora suora Mariangela aveva per lei e degli abusi sessuali, uno l’episodio certo che ha portato alla condanna della religiosa, che la ragazza subì. E’ stata una guerra di perizie e contro perizie. In primo grado caddero le accuse di stalking e violenza privata a carico della suora. Ma rimase, e da qui la condanna, l’accusa di violenza sessuale nei confronti della giovane educatrice. «Qui non si tratta di condanna o risarcimenti – commenta Massironi, parlando per conto dei genitori di Eva – Qui si è trattato di dar voce a Eva. Di permetterle di parlare, di raccontare quanto subito. La sentenza di oggi le rende giustizia».
Non è escluso che, una volta depositate le motivazioni della sentenza, le parti ricorrano in Cassazione.

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