Affaire Coop a Busto: la norma salva Antonelli ma non il geometra del Comune

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BUSTO ARSIZIO – Abuso d’ufficio archiviato per il sindaco Emanuele Antonelli: anche il Gip Stefano Colombo, nelle cinque pagine del provvedimento di inammissibilità dell’opposizione alla richiesta depositata dalla procura di Busto Arsizio presentata da Coop, fa propri i concetti già messi nero su bianco dal pubblico ministero Martina Melita: l’abuso ci fu, ma la depenalizzazione del reato sancita dal Decreto Semplificazioni azzera gli spazi entro i quali esercitare l’azione penale.

Le parole del giudice

Scrive infatti il giudice per le indagini preliminari: «Le risultanze di indagine hanno consentito di appurare esclusivamente la commissione di una serie di atti che – secondo quanto riferito dai testi escussi – proverrebbero dalle direttive impartite dall’odierno indagato, nella sua qualità di sindaco pro tempore di Busto Arsizio, volti a dilatare i tempi e ad ostacolare la realizzazione di una rotatoria da parte della Coop Lombardia, realizzazione prodromica alla concessione del certificato di agibilità per l’apertura di un nuovo supermercato in viale Duca D’Aosta; tale condotta (ferma restando la sua eventuale rilevanza in ambito civilistico sul piano del risarcimento del danno per la parte offesa) non assume connotazioni penalmente rilevanti ai sensi dell’art.23 c.p. così come novellato in seguito alla legge numero 76 del 16 luglio 2020 che ha ristretto la portata applicativa della norma incriminante».

In sintesi, secondo le accuse Antonelli ostacolò la Coop, ma dal luglio dell’anno scorso questo comportamento non è più penalmente perseguibile con efficacia.

Geometra indagato per falso

Resta sullo sfondo, al termine di una vicenda che il 10 giugno potrebbe vedere anche l’approdo sul fronte civilistico (ammontano a oltre 5 milioni di euro i danni chiesti da Coop), un dato che amareggia: unico indagato resta oggi il geometra comunale al quale il sindaco ordinò (con tanto di foto scattate da casa) – lo ha riferito il dipendente di palazzo Gilardoni agli inquirenti – un sopralluogo su un asserito abuso edilizio, che in realtà altro non era che un generatore contemplato dalla convenzione in essere. Il geometra eseguì: è indagato per falso in atto pubblico per aver asserito che il generatore non stava (e non era invece così) nei progetti depositati in Comune.

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