Busto Arsizio, una città per sognare

museo del tessile

Rinascimento culturale? Ma neanche, per il fatto che, sotto sotto, Busto Arsizio ha sempre portato rispetto alla cultura. La città, non le sue amministrazioni civiche. A volte disattente a certi temi che, secondo un consolidato luogo comune, non producono sbocchi concreti, da toccare con mano, come i danèe. Con la cultura non si mangia, è l’avvilente refrain. Che invece si possa “mangiare”, e non solo in senso materiale, lo dimostra l’intensa attività dell’apposito assessorato alla partita, dal mese di ottobre retto da Manuela Maffioli. Una leghista che, parcheggiate le ruspe, si dedica con passione a rivitalizzare la sua città, facendo emergere quei talenti rimasti sottotraccia. E allora, riecco il Baff, il festival cinematografico di primavera, che riprende vigore e visibilità. E per imprimergli nuova sostanza si allea con la locale associazione dei commercianti, pronta a collaborare per riaccendere tutta Busto. Manuela Maffioli gestisce anche la delega al Commercio, in apparente contraddizione con la Cultura. Ma siccome è appunto una apparente contraddizione è subito smentita dai fatti. Commercio e industria. Busto Arsizio ha una lunga e prestigiosa tradizione imprenditoriale, con un passato che trabocca di mecenati. La sorpresa è che il mecenatismo, seppure sotto altre forme, esiste ancora. Lo testimoniano i contributi a Miniartextil, straordinaria rassegna di opere d’arte generate dal tessile. L’idea della mostra, che è stata anche a Parigi e Venezia, è comasca. Busto però era considerata una piccola capitale del tessile, luogo eccezionale per offrire la spettacolare iniziativa. E dove se non nelle due sale gemelle del museo che testimonia l’epopea industriale della città? Sale che sinora erano servite per feste di partito e kermesse della birra. A cornice di tutto ciò ci sono diverse altre rassegne, festival fotografici, spettacoli musicali e teatrali, convegni sul dialetto che hanno il commendevole scopo di riappropriarsi delle identità. Coinvolte le scuole in un circuito virtuoso, capace di generare sviluppo in senso lato e inusitato interesse per la cultura. Insomma, Busto Arsizio è anche una città per sognare. E la sua amministrazione, oltre alle buche nelle strade, riesce finalmente a proiettarsi su obiettivi alti. Che nutrono il corpo ma soprattutto l’anima.

Busto cultura assessore – MALPENSA24