Busto, dopo due settimane di blocco l’aria torna pulita. I dati del pm10

busto coronavirus pm10 arpa ambiente

BUSTO ARSIZIO – Aria pulita a Busto e nelle grandi città. Dopo il blocco per affrontare l’emergenza coronavirus le polveri sottili sono diminuite quasi del 50 per cento. Lo rivela un’analisi dei Verdi ecologisti di Busto basata sui dati di sei centraline di Pm10: tre delle città varesine monitorate da Arpa Lombardia, ovvero Varese via Copelli, Busto Arsizio Accam e Saronno zona Santuario; quella vicino Malpensa nel Comune di Ferno; due di pianura sottostante il nostro altipiano, 80-90 metri più in basso, Milano Senato e Magenta, comuni a pochi chilometri da Busto Arsizio.

L’emergenza fa crollare il Pm10

I risultati evidenziano alcuni punti salienti. Questi sono i mesi nei quali è solitamente più massiccia la presenza di polveri atmosferiche, sia per l’assenza di precipitazioni, sia per il freddo maggiore. Abbiamo elaborato le medie aritmetiche dei valori misurati dalle centraline Arpa tramite i dati da loro forniti a nostra richiesta; da questi dati, divisi nei due periodi prima e dopo il 22 febbraio, rispettivamente 53 giornate e 20 giornate, tutte nell’anno corrente e terminate con l’ultimo dato di venerdì 13 Marzo compreso. Dai dati elaborati è possibile definire alcune considerazioni molto importanti, cioè dei risultati impossibili da definire negli anni precedenti, solo ora verificabili con la forzata clausura della mobilità a seguito del Coronavirus. I dati sono espressi in microgrammi di polveri PM10 per metro cubo di aria.

 

busto pm10 inquinamento coronavirusLe polveri sottili si sono ridotte della metà nelle città di pianura, più grandi e più densamente urbanizzate; viceversa si sono ridotte di meno nei comuni meno urbanizzati e più “distesi” sul territorio. Questa diversità è spiegabile in due principali capitoli. Il primo riguarda la forte presenza di emissioni da motore e da circolazione dentro i nuclei urbani densificati, laddove la compattezza dell’abitato rende concentrate le emissioni di polveri da traffico. Il secondo motivo risiede nel probabile superiore utilizzo di legna e pellet nei riscaldamenti dei comuni più distesi, in senso urbanistico, vicini alle campagne e con maggiore presenza di abitazioni singole.

Colpa delle auto

Lo studio evidenzia la responsabilità del traffico urbano quale fonte di inquinamento atmosferico da polveri sottili. Le tre settimane seguite al #iorestoacasa, imposto dai decreti del governo con la limitazione degli spostamenti superflui, hanno stabilito in maniera a parere nostro inequivocabile la necessità di limitare la mobilità a motore endogeno e a potenziare il trasporto pubblico collettivo, l’uso delle biciclette e  ogni possibile rimedio alla eccessiva circolazione motorizzata privata: aree 30 km, zone a traffico limitato, parcheggi di interscambio, urbanistica decentrata, sistemi di logistica e di commercio moderni ed elettrici.

Questo studio dimostra in modo lampante che almeno la metà dell’inquinamento urbano è dovuta al traffico veicolare, in questo assai divergente dalla teoria ripetuta che sia causato principalmente dai riscaldamenti. In queste settimane dominate dal rischio della SarsCoVid19, ricordiamo a tutta la società civile l’effetto moltiplicatore e detonatore delle polveri sottili nell’evoluzione delle patologie respiratorie. Perché il nostro futuro parte dalla coscienza-conoscenza del presente.

busto aria pulita coronavirus pm10 – MALPENSA24