Busto, emergenza abitativa: tantissime richieste e poche case

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BUSTO ARSIZIO – Bandi, benedetti bandi. Quando si parla di servizi sociali i fondi a disposizione non sono mai sufficienti. Soprattutto se ci si trova ad affrontare una serie di tematiche pesanti per la città, quali sono l’emergenza abitativa e l’assistenza alle persone non autosufficienti o con disabilità, dovendo fare anche i conti con un taglio regionale pari a circa 400 mila euro. Una voragine di questi tempi, colmata però nell’anno 2017 grazie a una serie di bandi pubblici che hanno dato respiro al capitolo di spesa dedicato al sociale e portato nelle “casse dell’assessorato” 600 mila euro. Spicciolo più, spicciolo meno.

Non solo bandi

«Come ho avuto modo di spiegare a tutti i consiglieri – afferma l’assessore Miriam Arabini – siamo riusciti a far fronte a queste due necessità. Certo i fondi provenienti dai bandi sono stati decisivi, ma credo che il settore di mia competenza, in questi primi due anni di mandato, abbia lavorato su moltissimi fronti, anche perché le necessità di chi è in difficoltà sono moltissime e non si può pensare di affrontarle solo ed esclusivamente con i bandi». Anche se i Servizi sociali, tra tutti gli assessorati, è quello che ha ottenuti i maggiori finanziamenti pubblici. Un dato che può essere letto anche come riscontro positivo dell’attività condotta, sul quale però l’assessore non pone particolare accento: «La partecipazione ai bandi non è una gara. Io preferiscono leggere questo risultato come il frutto del lavoro svolto dai funzionari del mio settore. Posso garantire che da parte nostra c’è la volontà di fare ancor meglio». E per ribadire che a contare è il lavoro di programmazione impostato, Arabini spiega come, seppur con difficolta, è riuscita raggiungere gli obiettivi, a far quadrare i conti, a reperire tutte le risorse possibile e a garantire sostegno agli innumerevoli bisogni. E qui la lista è infinita: si va dalle progettualità legate all’area “Minori”, dove nel 2017 sono stati fatti 250 interventi, tra quelli riferiti alle disposizioni emanate dall’autorità giudiziaria e quelle di prevenzione e sostegno alla genitorialità; al sostegno alle famiglie in difficoltà con un figlio in arrivo (100 bonus erogati). Senza dimenticare l’impegno per contrastare le devianze minorili, i progetti mirati alle persone adulte a rischio emarginazione e le azioni di contrasto al gioco d’azzardo con iniziative ad hoc rivolte ai giovani delle scuole in ottica preventiva.

Assistenza e il problema casa

Insomma tanti problemi e una strategia abbozzata a inizio mandato e portata avanti in questo primo scorcio di amministrazione: «Il primo input è stato quello di fare rete su ogni argomento, tanto che – spiega l’assessore – abbiamo lavorato con tutte le associazioni impegnate in ogni area del sociale. Inoltre la questione economica non può essere sottovalutata. Per reperire ancor più risorse abbiamo razionalizzato le spese ed esternalizzato alcuni servizi, come quello appunto dei centri diurni disabili. Questo ha comportato un ritorno economico che ci ha anche permesso di incrementare il numero delle persone assistite». L’altro tema forte è quello della casa. Il patrimonio delle abitazioni Erp (edilizia residenziale pubblica) e Aler è di circa 2000 unità abitative, tutte gestite da Aler tramite una convenzione sottoscritta nel 2016. Un numero insufficiente per rispondere a tutte le richieste: «Siamo riusciti a soddisfare circa il 20% dei cittadini che hanno partecipato all’ultimo bando per avere una casa – continua Miriam Arabini – e l’anno scorso abbiamo sistemato e messo a norma 17 unità abitative. Mi rendo conto che ciò non basta e per questo motivo sono già al lavoro per trovare ulteriori risorse da destinare all’emergenza casa. Senza dimenticare che siamo anche impegnati sul fronte della violenza di genere, dove Busto è capofila della rete inter-istituzionale».

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