BUSTO ARSIZIO – Due nuove fioriere per in una scuola. Precisamente per l’Enaip di Busto Arsizio. Due fioriere che raccontano una storia forte. Si parla di giustizia riparativa, di materiali da riciclare, di un carcere, quello di Busto Arsizio, che si ostina ad “uscire dal carcere”.
Luogo di rieducazione
«Perché il carcere è sì un luogo di privazione della libertà personale ma è anche e soprattutto luogo di rieducazione», ha spiegato Orazio Sorrentini che della casa circondariale di via per Cassano è il direttore. L’occasione, nella mattinata di oggi, venerdì 2 dicembre, è stata l’inaugurazione delle due fioriere realizzate da detenuti ed ex detenuti del carcere bustocco al termine del progetto In-Contro, ovvero di un corso che ha avuto quale fulcro quello della giustizia riparativa.
Una seconda occasione
Con Sorrentini erano presenti Sergio Preite, educatore e formatore del carcere di Busto, Rossella Panaro, comandante della polizia penitenziaria bustocca, le operatrici dell’area trattamentale della casa circondariale, volontari e studenti. Tutti muniti di un fiore da collocare all’interno delle fioriere realizzate con bancali riciclati. «Bancali rotti in segno proprio della riparazione e della seconda vita che possono avere sia le cose che le persone – ha spiegato Preite – Fioriere che possano contenere piante quale segno di rinascita. Infine il luogo: una scuola. Perché è in questa fascia di età che è bene iniziare a ragionare sul concetto di giustizia riparativa».
Emozione grande
«Essere qui oggi è una grande emozione – ha detto Sulaiman Sillah, ex detenuto- – Questo progetto è molto importante. Noi viviamo in un contesto non facile. Ma vedere il segnale concreto che una rinascita è possibile ti cambia e ti aiuta ogni giorno». Il 7 dicembre, inoltre, sarà presentato il progetto Telefono Amico, fortemente sostenuto dall’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni, a disposizione dei detenuti della casa circondariale di via per Cassano. Il servizio sarà attivo a partire da gennaio 2023.