Busto, giornalismo e violenza di genere: un convegno per conoscere ed educare

BUSTO ARSIZIO – La violenza di genere non si sconfigge a parole, bensì partendo dalle parole. Quelle giuste. Sabato 16 novembre la sala conferenze del Museo del tessile ospiterà un incontro di formazione per giornalisti (e non) dal tema “Giornalismo e violenza di genere – Le parole che uccidono”.
L’evento, organizzato dall’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’amministrazione, è il primo di una serie di iniziative che Palazzo Gilardoni, in particolare gli assessorati alla Cultura e all’Inclusione sociale stanno predisponendo in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

L’iniziativa

«Questa iniziativa – commenta la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli – da un lato è un corso per i giornalisti che riconosce loro dei crediti, e allo stesso tempo un convegno aperto alla cittadinanza. L’appuntamento non si limiterà a richiamare l’attenzione su un dramma quotidiano della nostra società, ma cercherà di attuare un’azione concreta di sensibilizzazione e di educazione a un valore che sia una contromisura al disvalore della violenza contro le donne».

In particolare il corso rifletterà anche sul linguaggio, perché la battaglia contro la violenza sulle donne è innanzitutto culturale. «Il linguaggio – continua Maffioli – ne è una delle manifestazioni: sarà un modo per aiutare i giornalisti che si occupano di cronaca nera, che quindi scrivono di violenza di genere, di violenza contro le donne, a utilizzare il linguaggio in modo assolutamente cosciente e tenendo conto di tutte le ripercussioni che un articolo può avere sulla vittima, sui suoi familiari e sui minori coinvolti. Abbiamo anche voluto aprire il corso a tutti perché di violenza di genere non si rischia solo di sbagliare a scrivere, ma si rischia anche di sbagliare a parlare, e il parlare di questi fatti di cronaca accompagna tutti, a prescindere dal lavoro che si svolge». L’obiettivo quindi è riflettere su uno degli strumenti del lavoro del giornalista, ma non solo, poiché a volte, usando vocaboli sbagliati, si contribuisce a diffondere involontariamente dei concetti errati, sui quali poi la stessa violenza può trovare linfa e nutrimento.

«Internet 2.0 ha amplificato e fatto esplodere il fenomeno del linguaggio dell’odio, degli insulti, delle minacce e del business delle fake news sul web. L’anonimato offerto e garantito dai motori di ricerca consente che certi reati online rimangano impunìti e non perseguibili perché manca una legislazione internazionale che regolamenta il web – dice Paolo Pozzi, portavoce del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia – Google e Facebook non sono e non possono essere considerati meri intermediari di Rete. Gli utenti devono essere responsabilizzati sull’uso del web e dei social, certo, ma i motori di ricerca devono assumersi le loro responsabilità perché non possono far finta di non vedere il linguaggio di odio che viene veicolato sulla Rete che loro stessi gestiscono».

Il programma

Ore 9.45: Introduce e modera: Manuela Maffioli, giornalista, vicesindaco di Busto Arsizio
Lavora all’agenzia di stampa della giunta regionale Lombardia Notizie, che modererà gli interventi.
Intervengono:
ore 10 Paolo Pozzi, Ufficio comunicazione e stampa, Portavoce del Presidente Ordine giornalisti Lombardia su “Manipolazione linguistica e comunicazione al femminile dalla carta al web”;
ore 10.30 Francesca Colosi, insegnante e giornalista, ha pubblicato per Cairo un romanzo sulla dipendenza psicologica di una donna per il suo uomo (“Tutto è perduto fuorché l’amore”), per Bruno Mondadori “Sorelle e Fratelli” (Premio selezione Bancarellino) e per Loescher “Karol e Lella” sul confronto di genere in un amore adolescenziale. Interverrà su “Trovare le parole giuste per raccontare storie sbagliate”;
ore 11 Elisabetta Marca, avvocato e presidente dell’associazione di volontariato E.VA (Emergenza contro la ViolenzA) onlus, una delle più importanti associazioni di difesa delle donne vittima di violenza costituita a Busto Arsizio, su “Strumenti giuridici e scenari culturali, il punto di vista legale”
ore 11.45 Maria Cristina Origlia, giornalista economica con esperienza di direzione editoriale di magazine, contenuti web, video, collane di libri per il Gruppo Sole 24 Ore, su “Raccontare il costo delle molestie sessuali sul lavoro”;
ore 12.15 Chiara Zanchi, ricercatrice Postdoc presso l’Università di Pavia, Dipartimento di Studi Umanistici Sezione di Linguistica teorica e applicata, che proporrà ai partecipanti un corpus di articoli tratti da quotidiani locali sul tema della violenza sulle donne, evidenziandone le criticità, “Words Matter. Parliamone con le parole giuste”;
ore 12.45 Stefania Ponti, psicoterapeuta, tra le figure professionali mediche che assiste le donne vittime di violenza, su “Le notizie che feriscono: le ripercussioni psicologiche”;
ore 13.15 Domande, spunti e riflessioni, coordina Fabio Benati, giornalista, promotore e organizzatore di corsi di formazione per giornalisti riconosciuti dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia per l’acquisizione di crediti formativi, caposervizio all’agenzia di stampa Lombardia Notizie.

Si segnala che alla fine del corso, per chi lo avrà comunicato al momento della registrazione, sarà possibile partecipare alla visita guidata della mostra “Le trame di Leonardo” e del Museo del Tessile.

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