Busto, teste-detenuto insulta il giudice. Poi dà di matto in bagno

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BUSTO ARSIZIO – Detenuto-testimone: prima insulta il giudice in aula. Poi dà di matto in bagno. Ma le teleconferenze per chi è pericoloso che fine hanno fatto? Lo show di un tunisino chiamato a testimoniare durante un processo presieduto dal giudice di Busto Nicoletta Guerrero ha creato scompiglio nella mattinata di oggi, martedì 21 giugno in tribunale a Busto Arsizio.

Ma le videoconferenze?

L’uomo, tradotto dal carcere di Marassi a Genova, ha prima insultato il giudice in aula. Poi ha chiesto di andare in bagno. E qui ha dato in escandescenza colpendo gli agenti di polizia penitenziaria di Genova. A questo punto sono intervenuti gli agenti della Polpen di Busto. L’uomo è stato contenuto. A quanto pare non era la prima volta che il teste si scagliava contro il giudice Guerrero. L’autorità giudiziaria è al lavoro. Il tunisino rischia una denuncia per resistenza, lesioni e violenza privata. Ma il punto è un altro. Per quale ragione, in presenza di detenuti notoriamente violenti, si autorizzano traduzioni da centinaia di chilometri quando i rischi potrebbero essere ridotti con delle videoconferenze? Anche perché la polizia penitenziaria dovrà riportarlo a Genova il detenuto in questione. Con tutti i rischi del caso per gli agenti.

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